Algiers

The Underside Of Power

2017 (Matador)
gospel, punk, soul, electronic treatments

La valenza rivoluzionaria della musica degli Algiers è nell'aver rimesso al centro dell'attenzione i contenuti, elementi sempre meno rilevanti nell'orgia sovrapproduttiva moderna e qui finalmente assurti a componenti quasi primari.
Il nuovo album della band americana "The Underside Of Power" conferma la loro volontà di non arrestare l'incendiario insieme di musica e politica, continuando dunque a sporcarsi le mani, inacidendo tracce di northern soul, punk, avant-rock ed elementi musicali spuri.

Consolidato l'assetto della band con l'ingresso in pianta stabile dell'ex-batterista dei Bloc Party (Matt Tong, già in tournée con il gruppo dal 2015), gli Algiers si confermano una delle oasi creative più appaganti della scena musicale contemporanea. Ancora una volta il risultato va ben oltre la somma delle parti, la scrittura è più sicura e calibrata, la musica è leggermente meno corrosiva ma mai confortevole.
La voce di Franklin James Fisher è il centro gravitazionale dell'enorme catarsi emotiva generata dal gruppo, una voce apparentemente a ridosso della musica e invece rea della continua alternanza di rabbia e poesia urbana che non conosce tregua, sia quando prevale il noise distruttivo e disturbante di "Animals", sia quando voce e piano accennano qualche briciola di romanticismo nell'apocalittica ballata "Mme Rieux".

L'urlo di "Walk Like A Panther" è una delle immagini politiche più forti del nuovo album degli Algiers, ma il sample della voce dell'attivista dei Black Panther, Fred Hampton (assassinato nel 1969), non è l'unico richiamo esplicito alle continue lotte di emancipazione degli afro-americani. Ancora più incendiario è il gospel-rock torturato da elettronica, ritmi cacofonici e chitarre distorte di "Cleveland", una rabbiosa evocazione del movimento dei Black Lives Matter, che dal 2012 si oppone attivamente contro tutte le forme di razzismo.
È evidente che per gli Algiers la musica rappresenti un veicolo per le loro istanze sociali e politiche, ma ciò non avviene a discapito della stessa. "The Underside Of Power" è infatti un album musicalmente vario e stimolante, ricco altresì di citazioni. Per "Cry Of The Martyrs" la band scomoda il funky psichedelico dei Temptations di "1990", per il synth-blues di "Death March" adotta il tono plumbeo di Nick Cave e per la dissonante e sognante ballata "Hymn For An Average Man" mette in gioco alcune alchimie del progressive rock, il tutto forma un muro del suono a tratti volutamente schizofrenico che non ha eguali nel panorama moderno.

La produzione di Adrian Utley (Portishead) calibra perfettamente l'urgenza del messaggio sociale con la complessa e viscerale struttura musicale, lasciandola a volte in sospeso ("A Murmur, A Sign"), alterandone i confini ("Bury Me Standing"), mettendo infine disordine nella stanza dei suoni modificando senza regole elettronica e funky-soul ("Plague Years").
La proposta degli Algiers è comunque avvincente, perché affida le proprie istanze a una serie di argomentazioni musicali ben radicate nella cultura black. E se per la conclusiva "The Cycle/The Spiral: Time To Go Down Slowly" la band mette in gioco il jazz e il gospel, per la title track la materia prima è il northern-soul rinvigorito con graffi di noise-rock e un tocco di Tamla Motown sound, un groove irresistibile che catalizza con classe e potenza l'attenzione di un pubblico purtroppo leggermente distratto da promettenti musicisti privi di spessore e coerenza.

06/07/2017

Tracklist

  1. Walk Like A Panther
  2. Cry Of The Martyrs
  3. The Underside Of Power
  4. Death March
  5. A Murmur. A Sign.
  6. Mme Rieux
  7. Cleveland
  8. Animals
  9. Plague Years
  10. Hymn For An Average Man
  11. Bury Me Standing
  12. The Cycle / The Spiral: Time To Go Down Slowly




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