Sette pezzi in totale quindi, sempre co-prodotti con la strana coppia Lopatin/Mohawke, che ancora una volta attaccano allo stomaco ma che in altri momenti repellono volontariamente le orecchie, mentre la voce di Anohni tuona e rimbomba attraverso droni e suonini in HD. L'apertura di "In My Dreams" sembra quasi l'attacco di un pezzo ethereal-metal, ma il momento dello scoppio rumoristico non arriva, lasciando semmai alla possente "Paradise" il compito di intavolare la discussione e puntare il dito, soprattutto nel momento in cui decanta:
My Mother's hand"Jesus Will Kill You" è un altro titolo impossibile da evitare, il pezzo striscia rumoroso e gracchiante e non vuole proprio farsi piacere, come del resto è spiacevole l'immaginario descritto dal testo, che accusa senza rèmore tutti quelli che abusano del proprio potere in nome di Gesù.
Her gentle touch
My Father's hand
Rests on my throat
Fortuna che, anche a questo giro, ci sono pezzi dove, oltre all'urgenza del messaggio, Anohni allega una musicalità pura e semplice che sa emozionare; "You Are My Enemy" è come un canto sacro, una linea d'organo increspata da un beat appena accennato e la voce che si eleva verso toni gospel, "Ricochet" avanza imponente su una bellissima e ariosa melodia pop con forti controcanti in aria di soul, mentre il finale di "She Doesn't Mourn Her Loss" è quasi bucolico con la sua linea di flauti e chitarra acustica - chiaro contrasto con le drammatiche liriche del testo.
Non c'è proprio modo facile per associarsi al nuovo corso di Anohni. Usare la propria arte per portare avanti un pensiero socio/politico di tale importanza con simile convinzione è sicuramente un'arma a doppio taglio, e chi si è sentito scaldare il cuore nel corso degli anni con i dischi assieme ai Johnsons, può benissimo trovarsi spaesato di fronte a questa svolta elettronica dove l'anima è stata avvolta da nubi di tossico fumo nero - esattamente come la Terra sulla quale viviamo, ci tende a precisare la stessa autrice. Nel proprio intimo, ognuno di noi avrà il modo migliore per passare dall'ideale all'azione come meglio crede, e se crede. Quel che davvero preme ad Anohni è di non lasciar posto all'inerzia.
(26/03/2017)