Oltre al gioco di lettere e nomi, ciò che più conta è la musica e "CousteauX" ci presenta l'omonimo gruppo al massimo della forma. Sono passati quindici anni da "Sirena" eppure non si è depositato un filo di ruggine sul loro talento e stile. I CousteauX tornano con dieci canzoni in cui è ancora possibile perdersi nella calda ed emozionante voce di McKahey e nell'eleganza degli arrangiamenti di Moor. Un pop notturno e raffinato proveniente da un'altra epoca in cui vengono meno le passate punte noir e appaiono molte più sfumature di romantica malinconia.
"Memory Is A Weapon" è l'inizio perfetto: accompagnato dalle note di piano, il vissuto crooner McKahey ci porta in una stagione fatta di toni chiaro-scuri mentre Moor dà l'ennesimo lampante saggio del suo valore come polistrumentista, fino al ritornello da k.o. Dopo "This Might Be Love", ecco il brano più bello dell'album: "BURMA", acronimo di Be Upstairs Ready My Angel: il manifesto dei ritrovati CousteauX. Brividi.
L'assolo di chitarra di "The Innermost Light" (insieme a Carl Barât dei Libertines), la coda di fiati di "Portobello Serenade", le sferzate elettroniche di "The Red Lines" ci accompagnano passo dopo passo al gran finale di "Fucking In Joy And Sorrow", gloriosa conclusione di un album di rara classe e bellezza, fatto veramente di baci e cicatrici. E per rispondere alla domanda posta all'inizio: se la nuova produzione musicale dei CousteauX si ripresenta a questi livelli, una X non cambia davvero nulla. Bentornati.
(18/01/2018)