Forest Swords

Compassion

2017 (Ninja Tunes)
elettronica
6.5

Sono già passati tre anni da quando il minuto ginger di Liverpool si ritrovò al centro di quell'inatteso hype che accolse l'uscita di un disco tanto oscuro quanto godibile come "Engravings", interesse trascinatosi in parte in coda al generale e improvviso entusiasmo per i suoni electro-dark in voga in quella stagione, da cui il relativo successo di nomi quali Raime, Haxan Cloak e Demdike Stare.
In tre anni però le cose possono cambiare in maniera significativa, in particolare con l'attitudine sempre più schizofrenica con cui stili e umori vengono ingurgitati e rigettati negli ambienti e nelle etichette "di grido" di tanta elettronica contemporanea.
Il percorso di Forest Swords, a ben vedere, può essere letto a mo' di cartina di tornasole delle trasformazioni che hanno avuto luogo nell'ultimo lustro all'interno dell'universo elettronico, almeno quello in vista. Se "Dagger Paths" poteva essere relazionato alla sbornia neo-psichedelica del tempo, in cui l'uso e abuso del lo-fi era, nel bene o nel male, pane quotidiano, "Engravings" ricontestualizzava Matthew Barnes nel filone dark-elettronico in cui BEB, Tri Angle e Posh Isolation hanno dettato legge più o meno fino all'altro ieri.

Dove siamo quindi oggi? A sentire "Compassion", gli scenari thriller-neopagani vanno in soffitta per lasciare posto a una spossatezza post-apocalittica, indecisa se attaccare con un requiem o lasciarsi andare all'ebbrezza del divenire. Una trasformazione, a ben vedere, che risuona in tante produzioni accelerazioniste e post-industriali ormai all'ordine del giorno su entrambe le sponde dell'Atlantico.
Cosa ci dice, allora, questo "Compassion" a proposito di Matthew Barnes, dovremmo forse ridimensionare il progetto Forest Swords a semplice satellite di questa o quella moda del momento? Riesce oppure no a definire con nitidezza il nocciolo di tutta l'impresa? Con questa terza uscita, la risposta più ragionevole da dare a entrambi i quesiti sembra essere un più tiepido .
Le dieci tracce dell'album ci presentano un Forest Swords dal suono più pulito e definito - probabile motivo/conseguenza dell'approdo a Ninja Tunes - chitarre e altri stratagemmi neo-psichedelici vengono quasi completamente abbandonati, mentre sample vocali, battiti simil-trip-hop e synth sporadici vengono privilegiati, su un background ambientale con occasionali incursioni dal sapore neoclassico.

"War It" sembra voler esplicitamente gettare un ponte tra questa nuova configurazione e gli echi esoterici di "Engravings". L'ampiamente anticipata "The Highest Flood", un sample vocale tagliuzzato su un drone di ottoni e battito minimal, è il pezzo più rappresentativo della raccolta, nonché uno dei più efficaci.
"Exalter" viaggia bene tra un coro pseudo-gregoriano al frullatore e un flauto (?) a sorpresa, richiamando allo stesso tempo Shackleton e Aisha Devi. Il vero capolavoro, però, "Raw Language", arriva solo vicino alla chiusura: uno splendido dramma minimale di campionamenti d'archi, cori e brandelli ritmici trap, che è quanto di più prossimo "Compassion" riesca a raggiungere al dichiarato intento di unire l'antico al futuristico, la disperazione alla speranza più incondizionata.
Il resto dell'album, purtroppo, si stende invece su numeri minori, alcune atmosfere suggestive, un paio di beat di classe qui e là, ma nulla che si sollevi sul serio. Quasi sempre a prevalere sono toni da apice filmico senza tuttavia che ci sia alcuna vera azione da portare al culmine.

In chiusura dei quasi cinquanta minuti di "Compassion", quindi, il giudizio su Forest Swords resta ancora sospeso. Se accusare Barnes di fumosa quanto astuta derivazione sarebbe quantomeno ingiusto, è anche vero che il nostro sembra indulgere su suoni e atmosfere accattivanti in maniera non sempre giustificata, toccando su trovate interessanti, ma mancando un po' troppo spesso di affondare veramente la lama.
In occasione del prossimo update del suono Forest Swords, ci auguriamo sinceramente questa volta anche una botta di coraggio in più.

27/06/2017

Tracklist

  1. War It
  2. The Highest Flood
  3. Panic
  4. Exalter
  5. Border Margin Barrier
  6. Arms Out
  7. Vandalism
  8. Sjurvival
  9. Raw Language
  10. Knife Edge

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