"Shadows And Reflections" non è però un album nostalgico: Almond si scopre novello Scott Walker, era Walker Brothers, affrontando un repertorio dove Burt Bacharach e Yardbirds scorrono su un unico binario emotivo, che è più simile a quello di un concept album. Protagonista di questo racconto è un uomo che guarda il mondo dai vetri del suo lussuoso appartamento ricco di oggetti e ricordi, mentre la musica in sottofondo prova a riempire il leggero senso di vuoto e di solitudine del protagonista. Il suono concepito da Marc e John Harle è affine a quello delle colonne sonore anni 60 del cinema italiano, con ampie orchestrazioni e armonie ricche e sontuose, una scelta stilistica che rischia di deludere molti fan dell'istrionico cantante inglese.
Anche se privo d'innovazioni e colpi di scena (Marc ha dichiarato che la perfezione degli originali non necessitasse eccessive digressioni), "Shadows And Reflections" conferma le doti d'interprete di Marc Almond, che affronta con tono da perfetto crooner "Blue On Blue" di Burt Bacharach e "How Can I Be Sure" dei Young Rascals, iniettando un po' di magia quasi teatrale nelle più trascinanti "I Know You Love Me Not" di Julie Driscoll e in "The Shadow Of Your Smile" di Johnny Mandel.
A volte, però, le emozioni restano in superficie ("Something Bad On My Mind" di Timi Yuro) o sommerse dagli arrangiamenti ingombranti (la title track degli Action), ma tra pregevoli intuizioni ("I'm Lost Without You" di Billy Fury) e tesori poco noti del baroque-pop ("From the Underworld" degli Herd) l'artista mette in riga una graziosa colonna sonora retrò, dove anche l'ottimo strumentale di Harle ("Overture") e l'inedita "Embers" preservano quell'atmosfera melodrammatica e tardo romantica che è alla base di questo atipico progetto di cover.
In questo mix profano di mainstream e canzone d'autore di "Shadows And Reflections" si nasconde un ripristino culturale della pop art intesa come cultura di massa, dove la trasgressione artistica si consuma nella quotidianità e nell'amore per le piccole cose, una costante del percorso stilistico del musicista di Southport, che in passato ha rivolto il suo sguardo alla musica francese e russa con identica passione e incoscienza, poco turbato dal riscontro del pubblico e fermamente convinto che in quel naturale equilibrio tra commedia e tragedia si nasconda il senso della vita.
(28/09/2017)