Animal Collective

Tangerine Reef

2018 (Domino Records)
hypnagogic pop, psichedelia, avantgarde

Ascoltando la musica degli Animal Collective, sarà capitato anche a voi di chiudere gli occhi e di figurarvi altrove, con immagini e scenari che si compongono, crescono e infine offrono uno spazio della mente dove potersi perdere e ritrovare. Del resto, Syd Barrett l'aveva capito ormai mezzo secolo fa con i primi light-show dei Pink Floyd: per essere davvero completo e totalizzante, un viaggio psichedelico va alimentato e stimolato attraverso tutti i sensi, a partire da ciò che lo spettatore vede o che può immaginarsi di vedere. C'è da credere che i nostri abbiano idealmente battuto un cinque alto al Testamatta di Cambridge, vero e proprio pioniere di questo tipo di forma d'arte contemporanea.

Un'allucinazione sensoriale che, al di là delle coloratissime ambientazioni utilizzate nei loro live, già nello splendido esperimento di "ODDSAC" aveva portato il Collettivo a sperimentare questa commistione attraverso un'ora di delirante trip fatto di beat stratificati, armonie vocali, incubi in technicolor e paradisi lisergici che sembravano uscire direttamente dalla mente distorta di David Lynch. E così, 8 anni e svariati dischi dopo, i ragazzi di Baltimore ci riprovano con "Tangerine Reef", seconda prova audio-visiva a firma Animal Collective (ci sono Avey Tare, Geologist e Deakin, manca all'appello Panda Bear). Realizzato insieme al Coral Morphologic, un duo formato dal biologo marino Colin Foord e dal producer J.D. McKay che fonde arte e scienza per introdurre al mondo la fluorescente bellezza dei coralli, "Tangerine Reef" è a tutti gli effetti un film/documentario ispirato alle creature che popolano la barriera corallina. Un omaggio all'"International Year of the Reef" che è anche un monito alla nostra generazione e a quelle future per incoraggiare la conservazione degli ecosistemi acquatici e per sensibilizzare il mondo sul problema dei cambiamenti climatici in atto, che potrebbero privarci in futuro di questi e altri capolavori della natura.

Va detto subito che "Tangerine Reef" risente pesantemente di questo mood acquatico e riflessivo, gravato dal peso delle profondità oceaniche e dall'assenza di luce naturale ad illuminarne i contorni. Quello che emerge timidamente in superficie è un suono liquido, impastato, rarefatto, cupo e assolutamente privo di qualsiasi struttura o forma-canzone. Ma ciò che rende questo lavoro ostico e quasi totalmente inaccessibile è la mancanza di un refrain memorabile, di un giro melodico che possa restare appiccicato all'ascoltatore o quantomento essere replicato (in questo si sente moltissimo l'assenza di Noah Lennox), insieme alla reiterazione di sonorità sintetiche a tratti suggestive ma troppo spesso, bisogna dirlo, noiose o addirittura stucchevoli. La voce di Avey Tare sembra qui sedata e malinconica, quasi a certificare una rassegnata e inevitabile sconfitta delle creature del mare nei confronti della stupidità e della superficialità umana.

Certo, è doveroso ricordare che non si sta parlando di un progetto di musica "pop" in senso stretto quanto piuttosto di un'esperienza meditativa, quasi ipnagogica, a suo modo distante da tutto quello che gli Animal Collective hanno prodotto finora. Questo assunto giustifica però solo in parte la sensazione di immobilismo latente che alla lunga ne sfianca e pregiudica l'ascolto. Non vale la pena soffermarsi sulle singole canzoni, che "canzoni" di fatto non sono, ma l'impressione diffusa è quella di un suono fin troppo chiuso in sé stesso e nelle sue seppur nobili intenzioni, assolutamente inscindibile dalle immagini del film (a onor del vero molto suggestive).
Insomma, slegata dal contesto visuale, la musica di "Tangerine Reef" (o meglio, il suo fluire indistinto di frammenti elettronici) non si autosostenta e non appartiene che all'oscurità dei fondali oceanici da cui sembra provenire. Se avete un amico che ha la sfortuna di non essersi mai avvicinato agli Animal Collective, a meno che non sia un grande appassionato dei documentari della National Geographic, abbiate cura di lui e tenetelo alla larga da questi abissi minacciosi. I tesori del Collettivo sono altri, sempre là in superficie, già da qualche anno emersi e irradiati dalla calda luce del Sole.

20/08/2018

Tracklist

  1. Hair Cutter
  2. Buffalo Tomato
  3. Inspector Gadget
  4. Buxom
  5. Coral Understanding
  6. Airpipe (To a New Transition)
  7. Jake and Me
  8. Coral by Numbers
  9. Hip Sponge
  10. Coral Realization
  11. Lundsten Coral
  12. Palythoa
  13. Best of Times (Worst of All)




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