Per un meteoropatico è estremamente difficile trovare una musica che si sposi bene con tutte le stagioni e gli stati d’animo a esse legati. Nonostante le tonalità – cromatiche così come melodiche – appartengano inequivocabilmente alle mezze stagioni, il duo The Innocence Mission si è sempre dimostrato un valido alleato in ogni momento, grazie a una formula folk intimista entro la quale gioia e malinconia si incontrano e alimentano a vicenda sino a divenire indistinguibili.
C’entrano senza dubbio anche la voce fragile e l’accento della Pennsylvania di Karen Peris, autrice principale degli album e delle illustrazioni di questa ammaliante avventura a dimensione famigliare, col fedele marito Don alla chitarra e alla batteria e altri Peris alla viola e al violino.
E come nel gioiello di tre anni fa, “Hello I Feel The Same”, i dieci quadretti di “Sun On The Square” sono ammantati di una tiepida luce vespertina, filtrata dalle tende di un disadorno ma accogliente interno domestico.
“A word becomes a door/ Soon, to come through”. L’emozione sprigiona parole e da esse si apre una finestra sul mondo, virato nei gialli e verdi delle tinte autunnali. Il linguaggio, come sempre, è quello di chi conosce l’amore e la sorgente divina che lo rende puro e inscalfibile. “I cannot find a thing/ Beautiful enough for you/ Again. [...] And where will I find this/ Perfect and wondrous?”.
Versi semplici e carezzevoli, cantati come fossero ninne-nanne – repertorio a suo tempo già interpretato in “Now The Day Is Over” – narrando lontananze che si possono colmare soltanto con l’immaginazione, luogo dell’anima dove l’aria profuma di Parigi, foglie secche e viali poco affollati.
I imagine us, I can see us in the green air.
The sunlight, the lawn of a park,
Carrying all our things.
So far I have only managed the start
Of every song this winter.
(“Shadow Of The Pines”)
Trent’anni di musica fianco a fianco e nemmeno una ruga nel loro sound in miniatura, segreto custodito nel vero underground indipendente e homemade, dove le fioriture poetiche non sono sgargianti e rigogliose, ma da esse sbocciano parole di un minuto splendore che, per l’appunto, non conosce stagioni.
“And it’s hard to know, now, where we should go/ And where will we be, before the next season?”.
04/07/2018