Presentato da un non poco velato omaggio ai padri
Sonic Youth, ecco arrivare il venticinquesimo capitolo della gloriosa discografia dei nipponici alfieri del suono estremo: i Boris. Lo scatenato terzetto composto da Takeshi, Wata e Atsuo - dopo aver onorato i venticinque anni di carriera con uno dei suoi capolavori supremi ("
Dear", il quale fortunatamente non è diventato poi l'album del ritiro dalle scene, come prime intenzioni volevano) e aver calcato palchi e condiviso studi di registrazione con gente che ne sa qualcosa riguardo il far vacillare l'equilibrio a colpi di amplificazione - torna con "LφVE & EvφL", doppio album la cui divisione è esplicitata fin dal titolo: una prima mezz'ora sotto il segno del Love e una seconda parte speculare e della medesima durata incisa per l'appunto sotto Evol. Due sezioni, due umori e concezioni che si oppongono e bilanciano, si schermiscono solo per miscelarsi insieme, fornendo una delle opere più eterogenee del gruppo, meno
heavy ma più ampia: una sorta di campionario di quelle che sono le tante diramazioni del
sound-Boris.
L'inizio è dolce e sognante: "Away From You" è lenta e sussurrata e sfocia in trascinanti slanci shoegaze. E' la celebre quiete prima della tempesta. Fedeli alla vocazione di far convivere gli estremi più lontani, i nostri ci offrono con "Coma" otto minuti di cavernosi echi e distorsioni oscure. Un territorio strumentale che anticipa la vetta finale della prima sezione omonima, "EVOL", ovvero 16 minuti di tutto: una ritmica iniziale sostenuta, diluita poco a poco in una drone-zone a cui segue un assolo clamoroso di Wata, fino al finale post-rock, coerente e coeso grazie al talento dei nomi in gioco.
Il feroce drone-metal di "uzume" apre il “Love”-side, dove ci s'imbatte successivamente nel tripudio orgiastico di chitarre dell'omonimo brano. "In The Pain(t)" è il breve e placido ristoro a cui – come da copione – succede la mostruosa "Shadow Of Skull", per il più terrificante dei finali.
Con "LφVE & EVφL", i Boris forniscono una prova ampia e di mestiere, non priva dei tanti spunti della loro risaputa bravura, portando avanti una missione sonora estrema che – fortunatamente – non sembra conoscere fine.
20/10/2019