Il mondo, o meglio, un mappamondo in fiamme, troneggia sulla copertina di "Patience", nuovo disco in studio dei Mannequin Pussy, punk-rocker di Philadelphia.
Dopo due lavori usciti per la Tiny Engines (
The Hotelier,
Wild Pink,
Sinai Vessel...), il fatidico terzo album segna il passaggio alla celebre Epitaph Records di Brett Gurewitz (
Bad Religion), siglato lo scorso mese di marzo. Sin dai rumorosi esordi ("Gipsy Pervert", 2013) i nostri hanno sempre mantenuto il piede sull'acceleratore (il
follow-up "Romantic", del 2016), senza però rinunciare alla melodia, mantenendosi saldi su un crinale tra
hardcore-punk e noise-pop.
Per l'occasione il quartetto ripulisce non poco il proprio
sound, optando per un pop-punk-rock accattivante, forte di pezzi azzeccati, decisamente
catchy (la
title track e
opener ne è un esempio lampante). C'è una bella dose di anni Novanta in questo nuovo lavoro: "Drunk II", che nella
tracklist precede "Drunk I" (sono punk, non facciamoci troppe domande!) porta alla mente le
Hole, ma è un piacevole rimando e non una clonazione. E che chitarre! Ospite d'eccezione:
J Mascis dei
Dinosaur Jr, con un suo
solo.
E' il primo album dei Mannequin Pussy a superare i venti minuti, ma non mancano un paio di pezzi "tirati": oltre alla citata "Drunk I", c'è un'altra folle scheggia, "Clams", che non raggiunge nemmeno i quaranta secondi. "F.U.C.A.W." opta invece per un sound abrasivo, lento e ossessivo, in contrasto con la successiva "In Love Again", che chiude l'album nel segno di un malinconico indie-rock.
Diverse anime caratterizzano dunque il sound dei Mannequin Pussy, ma l'amalgama appare riuscito, grazie alla personalità del gruppo. C'è senza dubbio il potenziale per far breccia nei cuori di più di un pubblico: la prova del terzo disco può ritenersi superata.
06/11/2019