Nonostante la pubblicazione sotto Tiny Engines, che comunque certifica la permanenza nel calderone dell’emo contemporaneo, il progetto Strange Ranger guarda all’emo più cantautorale, pensoso e pop di inizi Duemila, di DCFC e SSLYBY, con qualche brano seriamente memorabile (il suadente e malinconico riff di “Ari’s Song”, la torch song da telefilm adolescenziale di “Leona”, la dolce strimpellata di “Pete’s Hill”, che sembra scritta da un Kozelek imberbe, gli accenni jangle di “Sunday”).
Il tutto è annegato nel consueto rumore di fondo della band, per la quale le quattordici tracce sono probabilmente da considerare il minimo sindacale, sebbene quelle dimenticabili siano poi molto poche (alcune scorie del passato Sioux Falls ne tramandano solo la pesantezza e risultano fuori luogo in un disco come “Remembering The Rockets”, come “Beneath The Lights” e “Ranch Style Home”).
Questo sminuisce un po’ e fa confondere con un certo senso di confusione e di sovraccumulo anche alcune soluzioni più in tono, pur nella diversità, come l’alt-country crepuscolare, al pianoforte, di “Message To You”. Tutto sommato, comunque, una bella conferma per la band americana, ma rimane ancora il rimpianto di non aver saputo limare i dettagli.
(19/12/2019)