L'ormai veterano dell'ambient-drone Dennis Huddleston, aka 36, di Leeds, e l'assai meno esperto Zach Frizzell, aka Zakè, di Indianapolis, si uniscono per descrivere in questo album uno dei tipici scenari fantascientifici, ossia quello del viaggio di lunga durata nel cosmo. In particolare, si riferiscono al processo di "ibernazione" degli astronauti, uno stato di sonno profondo e prolungato che potrebbe rendere possibile operazioni quali la colonizzazione di Marte o l'esplorazione, con equipaggio umano, del nostro Sistema Solare. Il pretesto fantascientifico di "Stasis Sounds For Long-Distance Space Travel" è però l'occasione per una lettura che affianchi il tema spaziale con quello meditativo: l'Universo inteso come luogo di esplorazione del pensiero, sconfinato campo dell'introspezione.
Divisa idealmente in tre ampie parti, l'opera articola i suoi 97 minuti totali così: una suite di 28 minuti in quattro "stadi" che ricalca più da vicino i suoni tipici della fantascienza cinematografica, con una lentissima fanfara stemperata in melodie subliminali che richiamano Vangelis fino a collimare con un vento siderale, un punto d'incontro fra l'inquietudine cosmica di Klaus Schulze e la poesia new age di Constance Demby; dopo un brano dedicato alla stanza della stasi (da circa 6 minuti), spunta un trittico di 30 minuti di nostalgici affreschi sognanti, animati da suoni minimali e nuvole di droni, nonché da field-recording più descrittivi, che ricordano in modo commosso i paesaggi terrestri (una caverna, la pioggia, una città di notte). Tre conclusive "riduzioni", versioni diluite e illusioni pareidolitiche dei suoni già ascoltati, che traducono in musica il mondo di confine fra sogno e veglia, rievocando gli splendidi viaggi, rarefatti e immaginifici, degli Stars Of The Lid, culminando nella conclusiva "Reduction 3", di ben 21 minuti.
Cosa distingue il sogno dalla morte? Nel primo con il corpo immobile coesiste una mente che esplora un universo interiore, astratto e rasserenante, sinestetico e ipnotico; nella seconda, dominano l'angoscia totale e, dopo, una sconfinata nullità. Questo "Stasis Sounds For Long-Distance Space Travel" non è mai lugubre, perché una scintilla di emozione anima le sue lunghe suite e contrappone alla stasi del corpo il viaggio della mente. Lontanissimi dal caos metropolitano, dagli stimoli incessanti del villaggio globale iperconnesso, dalle scadenze pressanti e dalle allarmanti breaking news che tolgono il sonno, ci si ritrova a meditare per un'ora e mezzo abbondante, lasciando per un po' che al muoversi del corpo si sostituisca il viaggio senza confini dell'anima. Non è un caso che 36 abbia pubblicato l'Ep "Music For Isolation" a inizio aprile: cos'è la quarantena che il mondo sta vivendo in questi mesi, se non una lunga stasi?
08/05/2020