I suoni dell'iniziale "City Of Angels" sembrano suggerirci quando ascoltare il ritorno discografico di Isobel Campbell, "There Is No Other": al tramonto, sul finire d'una delle tante piccole battaglie quotidiane, quando si cerca conforto in un ascolto appagante. L'ex-Belle & Sebastian, dopo il trittico firmato insieme a Mark Lanegan, lascia definitivamente Gentle Waves e realizza a proprio nome il ritorno sulle scene a ben quattordici anni di distanza da "Milkwhite Sheets". Lasciata la natìa Scozia, la violoncellista e compositrice ormai è losangelina a tutti gli effetti, come la sopracitata traccia conferma, assorbendo ogni singolo aspetto della nuova vita, dagli inediti paesaggi davanti i suoi occhi attenti, fino alla storia musicale della città. Dolce e angelica, accompagnata dal bell'arrangiamento, la Campbell descrive tante piccole instantanee della Città degli Angeli. Luci e altrettante ombre, come quelle presenti in "Boulevard", incentrata sul dramma sociale dei senzatetto.
Inizialmente spiazzante, subito dopo la rivisitazione del grande classico di Tom Petty "Runnin' Down a Dream" dal capolavoro "Full Moon River". Spogliato d'ogni grinta rock, il brano viene avvolto dalla soffusa e intrigante atmosfera, inserendosi perfettamente nel mondo sonoro e tematico di "There Is No Other". Sì, perché uno dei cardini dell'opera è l'invito a vivere questo sogno, a farlo proprio, correndone i rischi. Lo dichiara esplicitamente la Campbell alla fine di "Vultures":
Don't you cry, don't you weep
Time to fly, make a leap
Stand tall
Heart on your sleeve
Dream the dreamer
There is magic, believe
13/02/2020