Quella di Perfume Genius, al secolo Mike Hadreas, è stata una delle epopee musicali più intriganti e abbaglianti del primo decennio del nuovo millennio. Nel corso degli scorsi dieci anni lo abbiamo conosciuto e visto crescere. Continuamente, costantemente. Esponenzialmente. Quando "Learning" fece la sua apparizione sugli scaffali dei negozi e sul web, facemmo conoscenza con un giovane artista, il cui falsetto dolce e titubante ci penetrava con tutta la sua fragilità e le sue incertezze. C'era ancora tanto da fare, l'originalità e il talento melodico del giovane cantautore erano chiari ma ancora non reggevano una scaletta intera.
Sfacciato, quasi impudente, due anni Hadreas dopo lanciava il suo sophomore seduto sulle cosce di Árpád Miklós (celebre pornstar gay ungherese, morto, molto probabilmente suicida, l'anno dopo). Nudi, in un video, quello di "Hood", che causò non poche polemiche. Era il grido, la rivendicazione ostentosa di un artista che pretendeva un posto di spicco tra i nomi in vista dello scenario musicale Lgbt.
Obiettivo che il cantautore di Seattle raggiunse dopo altri due anni, con l'osannato "Too Bright". Un disco dalle tinte scure, ma al contempo sgargiante, dal quale era impossibile distogliere sguardo e orecchie. Altrettanto bello e potente, "No Shape" del 2017 è per Mike Hadreas quello che potremmo definire il disco della maturità. Perfume Genius ha qui piena cognizione e controllo della materia musicale che manipola, di cui si serve per comunicare le sue emozioni straripanti. Un arsenale di influenze e possibilità che si estende da toni sintetici ad arie ambient o modern classical. Il fuoco dell'attivismo Lgbt è qui più domo, consapevole, mai più prevaricante.
Hadreas arriva quindi al nuovo decennio senza nulla da dimostrare, atteso con trepidazione e senza paura di rimanere delusi. Quel genere di attesa che si tributa ai più grandi. Per tracciare una parallelo non troppo lontano nel tempo, abbiamo aspettato "Set My Heart On Fire Immediately" come una decina di anni prima abbiamo atteso un disco di Antony And The Johnsons. Uscito al solito per Matador, "Set My Heart On Fire Immediately" addirittura estende la forbice degli elementi stilistici che Hadreas può maneggiare, modellare, mischiare per sfornare canzoni ammalianti. Le porte delle influenze sono spalancate, bramose e lasciano entrare di tutto: distorsioni croccanti, sbuffi sintetici, svolazzi d'archi, fiati pastorali, arazzi intessuti da corde antiche.
Il singolo che ha anticipato il lavoro, "Describe", avvolge la sua melodia e i suoi sospiri in riverberi che fanno gracchiare le casse come una canzone di "Psychocandy", ma l'ossatura di chitarra è roots rock, le striature sono blues. Le stesse distorsioni stressano le chitarre sofferte di "Some Dream" mentre un pianoforte picchiettato con ardore contrattacca con note stridule; "Your Body Changes Everything" è invece un synth-pop scuro e vibrante, che colpisce alla pancia con le sue frequenze vogliose e gli archi barocchi.
In ciascuno di questi casi, però, le melodie e le soluzioni degli arrangiamenti, sovente forti, sgargianti, contrastanti, fluiscono con naturalezza nell'atmosfera eterea e vaporosa del disco, inaugurato programmaticamente dalla delicatissima "Whole Life". Un fragile equilibrio di rugiada, petali e seta tratteggiati da tastiere, chitarre e archi appena sfiorati. Un mondo dove danzare con leggiadria e passione, ideato a quattro mani con il giovane ma sapiente produttore Blake Mills.
Impercettibili, immateriali, gli archi e il pianoforte disegnano e flettono cerchi nell'acqua, lasciano che si incrocino in geometrie plastiche e fugaci. È "Leave" il trionfo di questo approccio delicato e levigato, nel quale sono immerse anche le evanescenti, lunari "Moonbend" e "Borrowed Light", ma anche la miracolosa "Jason", ossia come scrivere una canzone pop perfetta per il nuovo millennio adornando un falsetto vellutato con fioriture seicentesche di clavicembalo. Una roba che (se non si fosse perso) avremmo potuto immaginare passare per la penna istrionica di Patrick Wolf.
La leggerezza che pervadeva "No Shape", quella pace di chi è finalmente e totalmente definito, come uomo e come artista e non ha più bisogno di rimarcarlo, torna a farsi sentire anche nei momenti più lieti di "Set My Heart On Fire Immediately": "Without You" e "On The Floor". Un folk da bosco incantato vivacemente spazzolato dalla chitarra acustica e un synth-funk bianco tutto da ancheggiare. Anche la vibrante "One More Try" ha un potenziale da singolo, ma invece di assediare le mura con arpioni e frecce, attacca le fondamenta del castello come un'infiltrazione idraulica di sintetizzatori gracchianti. Immersi tra flauti e carillon, bridge e ritornello della canzone sono una favola.
"Set My Heart On Fire Immediately" è un titolo che trasuda voglia di vivere, necessità di sentire. Fino a farsi male, fino a bruciare. Qui e subito. È un'implorazione, una richiesta disperata che arriva da spirito e carne. Che dirti, caro Mike Hadreas... a noi per andare in fiamme è bastato metter su questo tuo quinto disco.
19/05/2020