Buona la prima. Per Claud e per Phoebe Bridgers, dato che questo “Super Monster” le tiene entrambe a battesimo; la prima come cantautrice al primo Lp e la seconda come proprietaria di etichetta. Claud, al secolo Claud Mintz, è infatti il primo nome ad aver firmato per la Saddest Factory Records, ossia la neonata label della Bridgers (questa volta comunque supportata in sede di distribuzione dalla ben più scafata Dead Oceans).
E’ da un po’ che il nome di Claud ronza in giro per i circuiti indie. Sin dal 2018, quando la Mintz - appena diciannovenne - pubblicava un Ep a nome Toast, per poi formare nel 2020, in compagnia dell’altro astro nascente indie-pop Clairo, una band chiamata Shelly (ancora però priva di uscite ufficiali). Data la qualità che questo “Super Monster” sfoggia, di gran lunga superiore alle briciole finora sparpagliate da Claud, possiamo dire che la Bridgers promette molto bene anche come talent scout e produttrice.
Piaccia o meno, la copertina del primo Lp di Claud non passa inosservata. Sopra ci troviamo il "super mostro" in persona, ossia la stessa Claud in versione cartoon: capelli metà verdi e metà azzurri, la sessualità non binaria e indecifrabile, ma soprattutto due occhi giganti e tracimanti dolcezza. Una roba che la guardi e ti viene da dire "pucci".
La musica di “Super Monster” mette a cuocere ancora più carne e abbatte ulteriori barriere, filtrando nella più classica delle bedroom bubble materie differenti come il cantautorato al femminile grintoso degli anni 90 (“Cuff Your Jeans”), quello che ha dato il La alla carriera di Frances Quinlan per intenderci, la Britney Spears di “Everytime” (“Overnight”), le canzoni di “Dawson’s Creek” (“This Town) e l’r&b da classifica (“Guard Down”, “Pepsi”).
Quello che avrebbe potuto suonare come un pasticcio trova invece una sua coerenza, un fil rouge nella narrazione a cuore aperto di Claud, che esplora sentimenti e sviscera dinamiche relazionali come avesse una decina di anni abbondante in più.
Eccezion fatta per un paio di episodi un pelo più galoppanti (il pimpante riff indie-pop di “Cuff Your Jeans”, l’incalzante “Guard Down” con tanto di incursione rap), “Super Monster” scorre languido e morbido. Nonostante la delicatezza, talvolta al limite con l’impalpabilità delle canzoni, le capacità melodiche tutt’altro che ordinarie della giovane le permettono di indovinare almeno tre o quattro ritornelli che si incuneano nella memoria come un’infiltrazione d’acqua in una parete di cartongesso. “In Or In-Between”, “Guard Down”, “Jordan” e “That’s Mr. Bitch To You” sono tutte potenziali hit per un mondo di dolci creep dal cuore infranto.
È difficile pronosticare se un lavoro così particolare come “Super Monster” possa fungere da seme per una carriera costante, solida e strutturata. Attendendo di conoscere le loro prossime mosse, non possiamo però che ringraziare Claud e Phoebe Bridgers per la freschissima e “mostruosa” sorpresa d’inizio anno: un disco delicato e sincero, che punta dritto al cuore e lo riscalda. Che tiene deliziosamente compagnia. Qualità semplici quanto preziose, delle quali, da un anno a questa parte più che mai, tutti riconosciamo l’inestimabile valore.
01/03/2021