I Fear Factory di "Aggression Continuum" non esistono più. Il decimo album della band statunitense arriva ai nostri timpani ben sei anni dopo "Genexus" e le parti cantate dalla storica voce Burton C. Bell risalgono addirittura al lontano 2017. Nel frattempo, quest'ultimo si è allontanato dalla formazione e il futuro della band sembra sempre più incerto, con il solo Dino Cazares, impegnato al basso e alla chitarra, a rappresentare la formazione originaria. Se interpretare questo lavoro come un commiato sia corretto, però, ce lo dirà solo il tempo.
In ogni caso, in scaletta troviamo poco di nuovo che il gruppo non abbia già ampiamente ribadito nella lunga e prestigiosa discografia. Il procedere meccanico e minaccioso del loro industrial-thrash-metal ritorna, familiare e rassicurante, sin dall'iniziale "Recode". Siamo ancora nel pieno di meccanismi compositivi chirurgici e devastanti, frutto di un'affinata arte della violenza più robotica e bestiale. Anche l'immaginario distopico e futuristico è quello che ci si aspetta da Dino Cazares e soci, lo stesso che durante i Novanta ha portato al capolavoro "Demanufacture" e che ormai è indissolubilmente collegato al nome Fear Factory.
Se qualche novità c'è, riguarda qualche arco in più negli arrangiamenti e un ricorso appena più frequente al cantato melodico: differenze di poco conto, che rendono "Purity" o "Fuel Injected Suicide Machine" due diversivi in una scaletta di tante conferme e poche sorprese, che evita lungaggini e filler. "End Of Line", col suo finale epico ed emotivo, prima della coda atmosferica, sembra chiudere quantomeno un ciclo per la band e per tutto l'industrial-metal. Quasi sale una lacrimuccia, se a questi mondi sonori si è affezionati.
"Aggression Continuum" è soprattutto un pretesto per ascoltare, parlare e scrivere ancora una volta dei Fear Factory. Ben lontani dal loro periodo di distruzione creativa, quello che ha rivoluzionato una parte dell'heavy-metal in modo irreversibile, i losangelini rimangono ancora padroni del loro sound, che praticano senza difficoltà né stravolgimento per un decimo, forse ultimo, album. Chi li ha amati e ancora si emoziona a sentire il loro tipico stile spera, probabilmente, che non sia così.
24/06/2021