Mia Doi Todd

Music Life

2021 (City Zen)
songwriter, jazz-folk

If you give your life to music,
it opens up the path.
Maybe you didn’t even choose it.
You made the most with what you had.

If you give your life to music
and commune with the unseen,
your brain is like a fuse.
It melts the distances between. 
Ben poche altre persone potrebbero fare proprie queste parole con un simile candore, a maggior ragione averle rese parte integrante del proprio percorso, con tutta la sincerità e il senso di fiducia che si trascinano dietro. Con un'esperienza prossima a chiudere il quarto di secolo, e un percorso discografico di assoluto spessore (coronato da un gioiello di introspezione folk quale “Gea”), Mia Doi Todd può certamente reclamare a sé simili versi, e introdurre così la sua prima raccolta di materiale inedito da un decennio a questa parte, con cui celebrare un percorso di rara compattezza, dettato da un senso della curiosità e una visione del tutto singolari. Album dalla natura collaborativa, con un bagaglio di influenze che testimoniano la pluralità espressiva dell'autrice, il disco ne certifica la solidità della penna e la spaziosità degli arrangiamenti, che acquisiscono qualità jazz mai così approfondite. A non aver mai esplorato il vasto catalogo della musicista, quest'ultimo costituisce un validissimo punto di partenza.
 
Il Brasile (che già “Floresta” esaltava in un bouquet di pregiate rivisitazioni), la Giamaica, il Canada dei grandi cantautori anni Settanta: la vita in musica dell'autrice corre in lungo e in largo per le Americhe e il mondo, si ibrida di aromi speziati e narrazioni antiche quanto l'umanità stessa, fornisce alla stessa il giusto appiglio per sfuggire alle trappole dell'auto-riciclo. Occasione colta con grande consapevolezza e curiosità: se la scrittura di Todd è sempre stata centrale nel suo discorso creativo, raramente ha mostrato un simile coraggio, un desiderio di trascendere il dato folk (a prescindere da che tipo di folk si intenda) e innestarlo in un immaginario più complesso, che accoglie gentilmente una vasta gamma di linguaggi. Da un doloroso, eppure reale affresco della vita da musicista nel jazz da camera della title track, gestita su uno splendido blocco melodico di base che si arricchisce volta volta di nuovi contributi, l'album abbraccia visioni paniche, dal sapore corale (il jazz-folk di “Take Me To The Mountain”, che quasi incrocia Linda Perhacs e Rickie Lee Jones in un elaborato arrangiamento da camera), sposa la sua indole da cantastorie, asciugando all'osso ogni contributo sonoro (gli echi bossa nova di “My Fisherman”).
 
Il viaggio prosegue in piena libertà, incrociando il Brasile e la Francia in “Little Bird” (leggiadra e incantevole, giustifica totalmente i suoi otto minuti di durata senza cedere a pulsioni progressive), accogliendo toni da vecchio classico hollywoodiano nei richiami indiani di “Mohinder And The Maharani” e avanzando addirittura ardite (per quanto non propriamente azzeccati) ipotesi reggae in “If I Don't Have You”.
Nell'atto conclusivo, una “Daughter Of Hope” che costruisce il momento lirico più ricco e appassionato di Todd, l'autrice centra uno dei suoi brani più ispirati e intensi, un crescendo pieno di pathos e per l'appunto speranza, che quasi riassume in sé le diverse anime del progetto, rendendole parte integrante di un insieme tanto composito quanto fluido, intriso della più pura fiducia. Sì, essere una musicista indipendente non dev'essere per niente facile, ma se viene a mancare proprio questo senso di fiducia, a che pro continuare? 

24/03/2021

Tracklist

  1. Music Life (ft. Jeff Parker & Money Mark)
  2. Take Me To The Mountain
  3. My Fisherman
  4. Little Bird (ft. Fabiano do Nascimiento & Miguel Atwood-Ferguson)
  5. Mohinder And The Maharani
  6. If I Don't Have You
  7. Wainiha Valley (ft. Laraaji)
  8. Daughter Of Hope

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