Dopo "Éons" (2020) i belgi Neptunian Maximalism hanno mantenuto viva l'attenzione con due documenti live, prima di tornare alla discografia principale con questo maestoso "Solar Drone Ceremony".
Si tratta di un'unica lunga composizione, di oltre 52 minuti, che rilegge la tentacolare creatività del capolavoro di un anno fa in una forma più compatta e mistica, decisamente meno legata all'heavy-metal. La migliore chiave di lettura sembra fornirla la suggestiva e disturbante copertina, con i suoi toni da Lovecraft e l'abbondanza di dettagli che spinge a un'approfondita osservazione, quasi a volerne decifrare i significati nascosti.
Nei primi minuti è chiara la dimensione cosmica del cerimoniale, fra Tangerine Dream e Klaus Schulze, che anticipa un dark-jazz umbratile fuso a un rituale psichedelico che solo attorno al tredicesimo minuto trova una potenza accostabile al metal. Soffocanti droni spostano i Pink Floyd verso le atmosfere ipnotiche dei Sunn O))), prima che s'intoni un rituale oscuro e tribale, celebrato da una voce riverberata in modo grottesco. Dopo circa trenta minuti la velocità si dimezza, lasciando sfarfallare gli ottoni e avviando un lungo climax free-jazz che si conclude al quarantesimo minuto. Una lunga rincorsa lancia il finale verso una cavalcata di jazz-metal sorretto da droni e bave acide, per schiantarsi in una liberatoria orgia conclusiva.
Evidentemente costruito per la dimensione live, e registrato proprio dal vivo appena prima dell'esplosione della pandemia nel marzo 2020, "Solar Drone Ceremony" non ha la smodata ambizione del suo predecessore, dal quale esclude gli aspetti più estremi e le proporzioni ciclopiche, ma riesce comunque a coinvolgere e suggestionare. Nell'abbondanza degli arrangiamenti si intravede una decadenza orribile, una lussureggiante marcescenza che stordisce i sensi e provoca visioni. Avvolti dalla cerimonia, minacciosamente esoterica, si rimane ipnotizzati da una fusione mutante di jazz, drone, psichedelia e metal che i Neptunian Maximalism gestiscono con grande creatività. Sicuramente non adatto all'ascolto distratto, né consigliato a chi fosse alla ricerca di un brano da canticchiare, "Solar Drone Ceremony" rientra nelle grandi messe apocrife della musica, un rituale maledetto e proibito che ammalia, stordisce, spaventa.
19/06/2021