Rhye - Home

2021 (Loma Vista)
soul-pop, disco-pop

Garbata, intima, soffice, parca, elegante: gli aggettivi per descivere la musica del marchio Rhye ormai si scrivono da soli ed è impossibile anche solo provare a stupirsi. Tale pace dei sensi, del resto, proviene da una circostanza ben precisa; poco prima dell'inizio della pandemia, Michael Milosh ha preso casa sulle colline di Los Angeles assieme alla propria compagna Geneviève, e ha passato gran parte del 2020 a lavorare in santa pace nel proprio studio casalingo. Una situazione idilliaca e fortunata per sua stessa ammissione, che gli ha dato modo di riflettere sul proprio spaccato di vita dal rifugio sicuro di questa nuova calma domestica. Abile polistrumentista in grado di registrare e produrre da solo, Milosh ha concepito il lavoro in una sorta di eco chamber dove l'assenza di attriti e contrasti è palpabile più che mai. "Home" si spiega dunque già dal titolo, purtroppo stavolta il risultato è incapace di catturare come in passato.
 
"Intro" e "Outro", a cura del Danish National Girls' Choir, danno al lavoro un taglio teatrale e all'interno qualche canzone di spessore non manca; il garbato giro di pista di "Come Closer" accarezza le orecchie come una giostra di zucchero filato, quello di "Black Rain" accenna un più sostenuto passo disco-funk che calza a pennello col video allegato, nel quale l'attore Aaron Taylor-Johnson si muove in totale libertà. Quasi dal nulla, "Helpless" azzecca un inciso di rara poesia melodica nella sua assoluta semplicità - e anche qui, il messaggio viene perfettamente coadiuviato da uno dei videoclip d'accompagnamento più belli degli ultimi mesi.
 
Ma si fa presto a perdersi in un dedalo di canzoni piacevoli che poco aggiungono a quanto già conosciamo ("Beautiful", il puntellante giro di basso su "Sweetest Revenge"), o che peggio ancora suonano melodicamente deboli, lasciando a nudo le sottili interpretazioni vocali - esplicativa a tal proposito "Safeword", che calpesta sul ritmo con uno slanciato arrangiamento d'archi e tastiera, ma viene tagliata troppo presto. Le trame acustiche appena accennate di "Need A Lover", un'esangue "Hold You Down", e la piatta idea attorno a "My Heart Bleeds", si muovono a malapena su un andazzo di strascicante anemia.
In coda troviamo "Fire" e "Holy", due canzoni lente e impercettibili che affossano del tutto un disco dallo svolgimento già poco dinamico di suo; la prima viene pervasa da un minimalismo quasi trap, mentre l'uso quasi incidentale del coro sulla seconda delle due tracce è più un'occasione sprecata che altro, come se Milosh si rifiutasse sul più bello di dare a "Home" un'ultima necessaria sterzata emotiva.
 
Nonostante l'aggiunta di un tocco di colore alla sempre molto bella foto di copertina, che contrasta col severo bianco/nero che tradizionalmente accompagnava l'aspetto visivo del progetto, "Home" fa davvero poco per portare nuova linfa alle orecchie dell'ascoltatore. Se il precedente "Blood" riusciva a fendere l'atmosfera tramite una scrittura curata al dettaglio, il debole e sfilacciato canzoniere qui presente risulta troppo spesso come il meno avvincente rilasciato in carriera. 
Chiaramente "Home" viene impacchettato e presentato con la solita navigata professionalità di sempre, ma al terzo disco in sette anni di attività (più il corposo Ep "Spirit") viene da domandarsi se ormai Milosh non si stia avviando verso la china, intrappolato nelle braccia della propria creatura come una sorta di Enya esposta al sole della California. Un peccato, perché la piccola realtà dell'universo Rhye ci ha saputo accompagnare con garbo per gran parte degli anni Dieci, sarebbe triste vederla svanire per sua stessa mano.

27/01/2021

Tracklist

  1. Intro
  2. Come In Closer
  3. Beautiful
  4. Safeword
  5. Hold You Down
  6. Need A Lover
  7. Helpless
  8. Black Rain
  9. Sweetest Revenge
  10. My Heart Bleeds
  11. Fire
  12. Holy
  13. Outro




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