Idles

Durante cinque anni fra i più complicati della storia contemporanea, gli Idles si sono evoluti da bellicosa new sensation di Bristol a faro guida della scena post-post-punk. Nel marzo del 2017 usciva “Brutalism”, il loro primo album, che proseguiva il percorso tracciato dagli Ep “Welcome” (2012) e “Meat” (2015). Bastarono poche settimane per conquistare senza riserve i favori di critica e pubblico, divenendo una delle realtà più celebrate nel circuito indipendente. Oggi il quinto compleanno viene festeggiato con la pubblicazione di “Five Years Of Brutalism”, doppio vinile rosso (con rinnovato artwork disegnato dal leader Joe Talbot) con la ben nota tracklist originale affiancata da un secondo supporto che documenta l’esibizione tenuta al Festival di Glastonbury nel giugno 2022 (sul Bbc Introducing Stage), durante la quale la band inglese ha eseguito integralmente proprio “Brutalism”, con l’unica variante delle ultime due tracce proposte in ordine invertito.

In questi cinque anni il quintetto è migliorato tecnicamente, ha acquisito un’enorme esperienza di palco (nonostante i mesi di stop obbligato causa pandemia) e oggi è protagonista di uno dei live act che vanno assolutamente visti almeno una volta nella vita. Brani come “Mother”, “Well Done”, “1049 Gotho”, “Divide & Conquer” ed “Exeter” hanno raggiunto lo status di classici, manifesti di rabbia e frustrazione degli anni Dieci, post-hardcore che è riuscito nel non facile intento di venir cantato da grandi folle nelle arene dei più importanti Festival internazionali. Ed è proprio sul palco che si materializza in maniera ancor più devastante l’enorme potenziale espresso dal gruppo, quel feroce e irriverente assalto sonico e fisico (gettarsi sul pubblico è uno dei loro sport preferiti) divenuto uno dei principali elementi caratterizzanti.

Enormemente cresciuti in popolarità, grazie anche ai tre egregi dischi successivi, capaci di allargare lo spettro stilistico della formazione inglese, gli Idles sono stati lo strumento attraverso il quale Talbot è riuscito a salvarsi la vita, divenendo megafono populista per testi e slogan spietati, incapsulati in musiche catartiche e liberatorie. L’attacco a viso aperto contro i Tory, le rappresaglie nei confronti di Trump, il disappunto per la Brexit e le disuguaglianze sociali, i problemi del mondo del lavoro: questi alcuni fra i temi fissati dentro istantanee taglienti ed esplosive. “Five Years Of Brutalism” fornisce un motivo in più per riascoltare tredici canzoni tutte d’un fiato, nella duplice veste studio/live, facendoci rammentare i motivi per i quali iniziammo ad apprezzare sin dai primi passi questo gruppo di loser provocatoriamente folli.

23/12/2022