Max Fuschetto

Ritmico non ritmico

2022 (NovAntiqua)
modern-classical

Con “Ritmico non ritmico”, Max Fuschetto prosegue nel processo di rarefazione sonora intrapreso con “Mother Moonlight”. Ancora una volta il musicista campano affida il centro della sceneggiatura sonora al pianoforte di Enzo Oliva, quasi a voler distogliere l’attenzione dalla provocazione concettuale del titolo dell’album.
“Ritmico non ritmico” è più che un ossimoro, uno stato emotivo-creativo che corrisponde a un nuovo stadio evolutivo della musica di un artista sempre più affascinato da altre nobili forme d’arte come la pittura: copertina e titolo sono un esplicito riferimento a Paul Klee.

 

Le nove tracce sono altrettanti quadri in movimento, caratterizzati da elementi sonori volutamente statici, intorno ai quali Fuschetto traccia segnali, divagazioni, ornamenti non necessariamente contestuali quanto conformi, distorsioni di stile e di linguaggio che non turbano l’etica principale del progetto, ma ne alimentano quella motilità e quella variabilità che permettono all’album di fluttuare come un quadro impressionista.
La bellezza e la purezza del suono sono alla base delle composizioni, a partire dal trittico iniziale dove il minimalismo sposa prima tonalità descrittive e crepuscolari (“Number 1”), per poi creare una serie di riverberi pianistici che, come in un gioco di specchi, contrappone armonia e ritmo, creando anfratti, crepe, dove trovano asilo dissonanze e impeti sonori viscerali (“Number 3”).
Che a chiudere la sequenza sia la pagina più introspettiva e solitaria, “Number 5”, non è un fatto accidentale: il crescendo di timbri e di note sembra distaccarsi dal tono descrittivo dei primi due brani, accennando frammenti di melodia che assomigliano a schizzi pittorici, tagli su un’immaginaria tela che anticipano una delle pagine fondamentali del disco: “Vortex, A Jackson Pollock”. Ed è in questa traccia che l’etica del nuovo progetto di Fuschetto esce fuori in tutta la sua forza: elementi apparentemente casuali creano un tessuto aspro e stridente che accarezza la musica sperimentale contemporanea, la potenza pittorica dell'autore cattura le inquietudini che si nascondono dietro l’estetica della musica classica per nuove forme di composizione, le stesse che destrutturano anche l’unica presenza vocale, quella di Antonella Pelilli, non indicata nei credits, spostando l’asse verso toni cinematici che si evolvono a mo' di puzzle (“Iride, A Paul Klee”).

 

Come ogni album del musicista casertano, anche “Ritmico, non ritmico” necessita di tempo per essere assimilato nella sua interezza: ogni episodio o frammento andrebbe analizzato con cura. La sontuosa ed elegante pagina per archi e corno francese di “Midsommar Choral”, la plumbea “Trame” e la potente melodia di “Midsommar”, dove al corno subentra la tromba, tradiscono la loro lontana origine, brani tirati fuori dal cassetto, dopo quasi dieci anni,  in quanto funzionali al progetto.
L'attenzione al linguaggio della musica popolare - Fuschetto è un noto estimatore dei Beatles - non è estranea a questo nuovo disco. E' infatti all’omaggio simbolico intitolato “A Lucio B.” che l’artista affida la chiosa di “Ritmico, non ritmico”, esemplare di gran pregio di quell’interazione tra colto e popolare che l’autore campano ricerca da sempre, con risultati che vanno ben oltre il convenzionale. E’ probabile che non sia casuale l'aver puntato su Battisti per portare a termine questo viaggio: un autore che rinnovò la tradizione melodica italiana proprio partendo da una nuova concezione del ritmo, un potenziale richiamo al titolo dell’album, una scelta che conferma il coraggio e l’originalità di Max Fuschetto.

07/10/2022

Tracklist

  1. Number 1 
  2. Number 3
  3. Number 5
  4. Vortex, A Jackson Pollock
  5. Midsommar Choral
  6. Trame
  7. Midsommar
  8. Iride, A Paul Klee
  9. A Lucio B.




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