MJ Lenderman

I always believed it every time you said
You're gonna be, like, our hero someday
Well, baby, all our heroes now are dead
'Cause all things go
(da "TLC Cagematch")

Se la provincia americana, con tutto il carico di dolore, solitudine, alienazione e paranoia che comporta, fosse un genere musicale, non avrebbe rivali in termini di capolavori partoriti nel suo grembo di vialoni e villette a schiera. Sono proprio la provincia e il suo suono multiforme e tormentato l’ispirazione primaria di MJ Lenderman, prima come chitarrista dei Wednesdays e poi come cantautore, giunto con questo “Boat Songs” alla sua terza prova, senz’altro la più matura e brillante.
Mark Linkous, Dave Berman, Jason Molina… forse sono questi gli eroi perduti di cui MJ Lenderman canta tra gli arpeggi country che si sciolgono al sole di “TLC Cagematch”. Riferimenti ai quali se ne mescolano altri ancora in vita, ma non proprio contenti di esserlo. Due su tutti: Mark Oliver Everett e J Mascis. Dai quali Lenderman eredita le svisate rumoristiche, gli attacchi di dolcezza, ma soprattutto la forza di cantare ancora, nonostante tutto.

Chitarre croccanti e il mito di Michael Jordan, abusato come tanti altri per esorcizzare la noia di periferia, danno il La al primo gancio melodico del disco, una “Hangover Game” che, pur nuova di zecca, suona come un classico slacker. È forse meno immediata, ma alla lunga ugualmente irresistibile la successiva “You’ve Bought Yourself A Boat”, una specie di gita al lago in compagnia dei Pavement una pigra domenica d’aprile.
Ben meno scanzonate, “Toontown” e “Suv” sono permeate da un senso di umiliazione e tormentate dal vento dei feedback furiosi dei Dinosaur Jr; mentre “Under Control” e la saltellante “Dan Marino” vedono il cantautore di Asheville (North Carolina) nuovamente alle prese con il suo malinconico ammodernamento del country.

Noia quotidiana e piccoli gesti romantici per scansarla come si allontana una zanzara, insieme a un’arzilla beat machine, danno la linfa all’irresistibile indie-country di “You Are Every Girl To Me”. Poco prima del finale, il guizzo più importante: “Tastes Just Like It Costs”. L’amara verità, il nocciolo del discorso, l’incapacità di uscirne, le chitarre che bruciano e soffocano una voce che cerca di vestirsi di metallo ignifugo, ma non può che cedere al tormento e sgranarsi.
Non c’è un’idea nuova che sia una, in “Boat Songs”, tanti sono invece gli omaggi, ma la qualità della scrittura di musica e parole è tale da farlo bastare. Il messaggio, pur ascoltato un milione di volte, così vivo da scottare.

15/07/2022