A conclusione della titanica opera - durata quasi due anni - di pubblicazione delle versioni demo di tutti gli album di PJ Harvey, modalità attraverso la quale l'autrice stessa ha concesso di entrare nel proprio processo compositivo svelando l'essenza di ogni singola canzone, ecco un ricco box-set retrospettivo (59 tracce in tre cd oppure sei vinili) che raccoglie B-side, demo e rarità relativi all'intera carriera della cantautrice inglese. Un'antologia che giunge allo scoccare dei trent'anni tondi dall'esordio, ospitando sotto lo stesso tetto materiale mai inserito in nessuno degli album ufficiali di Polly Jean.
Il percorso è quasi rigorosamente cronologico: si parte con cinque registrazioni casalinghe risalenti al periodo che precedette la pubblicazione del suo primo disco e si arriva fino al lavoro svolto di recente per il cinema e la televisione, campo nel quale l'artista inglese è stata prevalentemente impegnata nei mesi a ridosso della pandemia. Da "Dry" a "Peaky Blinders" ci troviamo di fronte a un diario di viaggio che riassume le numerose trasformazioni stilistiche ed estetiche affrontate dalla Harvey nel corso di tre decenni, un excursus storico fra i diversi umori che hanno contraddistinto ciascun album sinora realizzato.
Da sola con una chitarra o un pianoforte oppure accompagnata dai suoi musicisti di fiducia, travestita da sovversiva lo-fi oppure avvolta da sofisticati arrangiamenti, Polly Jean oggi può mostrare con orgoglio un catalogo che conta su invidiabili eccellenze persino fra le seconde linee. Nonostante una graduale e costante evoluzione che l'ha condotta dalla furia grezza degli anni Novanta, quando emergeva forte la rabbia giovanile (riascoltatevi un po' l'inedita "Why D'Ya Go To Cleveland"), alle più introspettive ballad dei giorni nostri, la selezione qui proposta mantiene sempre una sua omogeneità, una sua coerenza interna.
Tanti i momenti imperdibili, molti dei quali senz'altro già noti ai fan, compresi un paio di estratti dalle Peel Sessions già edite in passato e le emozionanti "Memphis" e "30", composte dalla Harvey per ricordare l'amico e coetaneo Jeff Buckley all'indomani della sua prematura scomparsa.
L'atto finale è riservato alla recente cover di "Red Right Hand", brano originariamente inciso dall'amico Nick Cave nel 1994 (era contenuto in "Let Love In"), reinterpretato con saggezza e sommo rispetto: il dovuto omaggio che suggella un compendio ancor più necessario delle pur ricche ristampe di questi anni.
10/01/2023