"London Ko", il terzo album della musicista Fatoumata Diawara, è un'abbagliante mescolanza di stili che unisce idealmente la capitale inglese con le tradizioni musicali dell'Africa occidentale. Si compone di quattordici rapidi bozzetti nei quali la cantante maliana continua il suo personale percorso di contaminazione di stili.
Le sonorità afro-pop sono sapientemente rimescolate seguendo una personalissima sensibilità che l'ha portata negli anni a instaurare proficue collaborazioni con artisti di tutto il globo. Suggestioni di oltremanica si rintracciano nelle frequenti commistioni fra dub, elettronica e suoni più classici. Inoltre una mezza dozzina di brani è coprodotta da Damon Albarn, che duetta con lei nella ultra-ballabile "Nsera", traccia molto orecchiabile, confezionata su una ricercata base di synth.
In "Dambe" cori in lingua bambara sono sostenuti da una parte ritmica completamente digitalizzata con effetti in stile videogioco. In "Yada" è ancora l'elettronica a dettare i tempi, ma è la sua fidata sei corde a proiettare il pezzo verso l'infinito grazie ai suoi virtuosistici e strabordanti assoli. D'altronde, alcuni dei momenti migliori di "London Ko" si manifestano proprio quando la giovane musicista decide di sguainare la chitarra elettrica. Molto riuscita in questo senso la collaborazione con la star nigeriana Yemi Alade in "Tolon". In una canzone che inneggia all'unità fra i popoli e invita tutti a unirsi alla festa, Diawara innesta i suoi assoli morbidi per adattarli all'atmosfera funky del brano.
Sono molti gli artisti che decidono di accompagnare Diawara nel suo personalissimo viaggio sonoro. Una guest star di eccellenza è il pianista cubano Roberto Fonseca, che la asseconda nellla brillante cavalcata jazz "Blues". La voce calda di Angie Stone la affianca, invece, in "Somaw", esperimento riuscito di fusion fra l'r&B statunitense e il wassolou di cui l'artista maliana è una rappresentante di spicco.
C'è spazio anche per incursioni rap in "Mogokan", brano più lungo dell'album, nel quale concede il microfono per qualche strofa al rapper ghanese M.anifest. Le liriche del testo veicolano messaggi positivi e di fratellanza. Pur nella sua connotazione pop, infatti, l'artista africana ha sempre cercato di utilizzare la sua popolarità in favore dei diritti civili e di una società più giusta (con una particolare attenzione alle problematiche che investono l'universo femminile).
La scelta di utilizzare frequentemente nelle sue liriche la lingua nativa permette di abbattere ogni barriera con il pubblico a cui sono rivolte. Non per questo risultano lontane o poco fruibili a un ascoltatore occidentale. Con la sua personalità e il suo forte senso di identità, Diawara apre tutte le porte.
24/06/2023