Matana Roberts - Coin Coin Chapter Five: In The Garden​.​.​.

2023 (Constellation)
jazz, experimental, free-jazz

La robusta e storicamente rilevante concettualità degli album di Matana Roberts ha per un decennio affascinato pubblico e critica, ammaliati dalla sempre più radicale e complessa ricerca delle radici afroamericane e dalla non agevole scelta di raccontare la storia del suo popolo con un’epica tanto intensa quanto diversa, a tratti perfino ostica, al pari delle esternazioni più sperimentali degli Art Ensemble Of Chicago.
A quattro anni dal capitolo numero 4, la serie di album denominati Coin Coin si arricchisce di un nuovo episodio: “Coin Coin Chapter Five: In The Garden...”.
Nell’eccitante rappresentazione musicale, teatrale, letteraria e intellettuale del progetto di Matana Roberts, l’album si contraddistingue per la diversa prospettiva e le non ordinarie premesse. Diversamente dagli album precedenti, che facevano riferimento a un luogo geografico ben preciso – Louisiana, Mississippi, Memphis – o alla vicende personali dell’autrice, il nuovo disco rinuncia a una identità geografica, concentrando l’attenzione sulle emozioni come collante storico e universale dell’umanità, con al centro tutte le contraddizioni dell’America e le sempre tangibili difficoltà dell’essere donna e nera.

Il collage di copertina mette subito in luce la natura più simile a un mosaico di storie, che in quest’occasione predomina sulla scena sonora. Il set completamente rinnovato dei musicisti non altera quell’intensità da collettivo musicale che finora ha dato linfa vitale all’imponente progetto - ricordiamo che sono previsti ben 12 episodi – mentre le attitudini più sperimentali e free sono senz’altro dovute anche alla presenza di musicisti come Mazz Swift, Cory Smythe, Stuart Bogie e Matt Lavelle.
Ci sono illimitate fonti di esame e discussione in “Coin Coin Chapter Five: In The Garden...”, non solo legate alla valenza dei contenuti politici, storici e sociali, ma anche a quelli creativi e puramente musicali. Il ruolo della sezione fiati è sconvolgente nella sua innovativa potenza: da semplice supporto della voce narrante e dei ritmi marziali (“How Prophetic”) a inverosimile orchestra dispersa nelle oscurità dello spazio (“Predestined Confessions”) o a pura esternazione di dolore (l’eccellente introduzione dell’album affidata a “We Said”), per poi risorgere a elemento di puro caos (la coda della già citata “Predestined Confessions” e la struggente “I Have Long Been Fascinated”).

Senza dubbio è l’album più jazz della serie. Cacofonie e spoken word tengono lontana qualsiasi tentazione normalizzatrice. Dopotutto, non c’è molto da celebrare o di cui essere orgogliosi, la storia è solo in parte cambiata, il mondo è ancora in preda agli orrori del razzismo, della misoginia, della povertà e della crudeltà della guerra, c’è ancora bisogno di raccoglimento (“But I Never Heard A Sound So Long”) e preghiera (il liturgico coro di “The Promise”).
Nella ciclica rappresentazione storica, elementi base come morte e libertà sono per Matana Roberts un unico grido, un racconto affidato a stranianti toni chamber-jazz, frammentati da ebbre evoluzioni di percussioni, sax in lontananza e voce recitante (“A(way) Is Not An Option”).
“Coin Coin Chapter Five: In The Garden...” ha comunque un filo comune che tiene insieme i vari momenti lirici e sonori, ovvero la storia di un’antenata dell’autrice, una bis bisnonna, vicenda ricomposta attraverso documenti e frammenti di ricordi familiari. E’ una storia fatta di solitudine, di matrimoni sbagliati, di orgoglio e forza e inevitabilmente di morte. La musica ne è avventurosamente asservita, tra residui di blues che contrassegnano il passato più remoto (“Unbeknownst”) e contaminazioni elettroniche e post-rock (la produzione è affidata a Kyp Malone dei Tv On The Radio) che ne agitano le acque (“Enthralled Not By Her Curious Blend”).

Alle continue e avvincenti distorsioni (“No Way Chastened”) e sperimentazioni (“For They Do Not Know”) spetta rinsaldare la natura più free del progetto, fino a catturare una magia e una poesia che rimettono in gioco tutto il fascino del be-bop e l’intensa spiritualità del jazz (“Shake My Bones”).
Matana Roberts usa ancora il linguaggio della provocazione per argomentare storie che meritano attenzione: la profonda ricerca di immagini sonore e letterarie, e l’apparente conflitto di stili e fonti emotive di un album come “Coin Coin Chapter Five: In the Garden...”, non hanno eguali nel panorama contemporaneo. Resta solo l'amaro in bocca per la mancata presenza tra i musicisti di Jaimie Branch, causata dalla prematura morte della trombettista, peraltro citata nelle note di copertina come fonte di coraggio per questo sempre notevole racconto letterario, storico e musicale, che ha ormai marchiato a fuoco la musica dei nostri tempi. Imprescindibile.

23/10/2023

Tracklist

  1. We Said
  2. Different Rings
  3. Unbeknownst
  4. Predestined Confessions
  5. How Prophetic
  6. A Caged Dance
  7. I Have Long Been Fascinated
  8. Enthralled Not By Her Curious Blend
  9. No Way Chastened
  10. But I Never Heard A Sound So Long
  11. The Promise
  12. Shake My Bones
  13. A(way) Is Not An Option
  14. For They Do Not Know
  15. Others Each
  16. ...Ain't I. ...Your Mystery Is Our History


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