Superata la prova del fuoco con il rigoglioso “Róisín Machine”, la diva pop-disco irlandese compie un ulteriore e deciso passo verso la consacrazione di autentica dominatrice della scena dancefloor, captando e assorbendo, nel nuovo album provocatoriamente intitolato “Hit Parade”, più che le latitanti nuove tendenze pop, la seduzione tecnologica degli algoritmi dei social (ultimo in ordine di tempo il mutante Tik Tok) e le pulsioni emotive-psicologiche post-Covid.
Progetto costato ben sei anni di registrazioni e ritocchi, “Hit Parade” è destinato a essere uno degli album più discussi dell’anno. Ad onor del vero, c’è il rischio che le recenti polemiche con la comunità LGBTQ+ prevalgano sull’analisi del disco, anche se Róisín Murphy si è recentemente scusata per le affermazioni sull’utilizzo dei bloccanti ormonali - medicinali che ritardano la pubertà offrendo tempo alle persone trans di esplorare la propria sessualità - ammettendo di non essere all’altezza di affrontare con competenza problematiche così importanti per quella comunità trans che è sempre stata al centro delle sue attenzioni.
A dispetto delle attese e delle premesse, la tenace collaborazione con DJ Koze, più che rafforzare le seducenti influenze disco e deep-house, offre nuove sfumature e stratificazioni sonore che ne esaltano la perfezione e l’arte del dettaglio.
La vera forza di Róisín è l’abilità nell’intercettare il suo pubblico con una sensibilità da diva stravagante: Róisín è la crisalide che diventa farfalla, il rospo che diverta principe, la stracciona che ha appena comprato una casa a Beverly Hills, è la musa di una generazione che desidera riconquistare spazi dove affermare la propria identità, ed è la musica la chiave che apre tutte le porte.
Il già collaudato sodalizio con DJ Koze, il passaggio all’etichetta Ninja Tune, l’esplicito titolo del disco e un paio di potenti singoli in anticipo alla pubblicazione dell’album, sono questi i presupposti di un lavoro effervescente e decisamente sopra le righe. “Hit Parade” è tutto questo ma anche molto di più: un’organica raccolta di hit single e inni pop che possiedono un’anima, una serie di perfette canzoni pop e malferme incursioni introspettive, intelligentemente incastonate nel progetto più completo e riuscito della sua pur lunga carriera.
Il potente mix di soul, balearica, deep-house, lounge e funk di “CooCool” è il miglior biglietto da visita delle ambizioni pop dell’autrice, mentre le sfacciate venature dark della straordinaria “Hurts So Bad”, e la tracimante sensualità soul di “The Universe”, confermano la forza visionaria delle composizioni di Róisín Murphy.
La festa di ritmi, di dance-beat, di groove, di pulsioni elettroniche allestita per “Hit Parade” coglie in pieno quel mix di euforia, divertimento e alienazione che regala profondità alla musica pop più colta. Dopotutto, a introdurre l’album sono i cinque minuti techno-house-dub-noise-psych di “What Not To Do”, una speculazione sonora che prepara il terreno ai devastanti e strazianti beat elettronici mandati al macero nei sette minuti e sedici secondi di ossessiva deep-house/Idm di “You Knew”, dove DJ Koze costringe la voce della Murphy a un significativo esilio.
Non importa se il tentativo di replicare tanta profondità espressiva non va a buon fine in “Can’t Replicate”. Il contagioso funk di “The House”, lo scintillio di percussioni, synth e pianoforte della lievemente esotica “Free Will”, e la visceralità introspettiva e romantica dell’atipico tribal-folk di “Fader” (brano che permette all’autrice un viaggio nelle sue origini irlandesi), non offrono spazio a dubbi o perplessità: “Hit Parade” è un prezioso archetipo della musica pop contemporanea.
Potete odiarlo, ignorarlo, sbeffeggiarlo, amarlo e ripudiarlo, il nuovo album di Róisín Murphy è, volente o nolente, uno dei progetti più originali e intriganti che ascolterete quest’anno.
17/09/2023