Bastano pochi accenni del ritmo concentrico e dei ronzii dell'efficace apertura "The Girl Is Crying In Her Latte" per iniziare a muovere i piedi e non riuscire più a dimenticarla: il video della traccia ha inoltre attirato subito l'attenzione per la partecipazione della super-ballerina d'eccezione Cate Blanchett. I beat di "Veronica Lake" si orientano verso l'elettronica progressiva, ruotando intorno alla storia dell'icona degli anni Quaranta, alla quale il governo chiese di cambiare la sua pettinatura a causa dei ripetuti incidenti sul lavoro accaduti alle donne che la copiavano, rimanendo impigliate nei macchinari. Si compie un piccolo tuffo nel passato con i riff glam di "Nothing Is As Good As They Say It Is", brano dalle liriche dirette e taglienti che include sfaccettature power-pop e spunti dall'ultima produzione dei Kinks e dall'europop degli ABBA.
Si mantengono costanti i glitch ripetitivi della progressiva "Escalator" e i synth e i battimani dell'incalzante "The Mona Lisa's Packing, Leaving Late Tonight", che non esplode mai, mentre ingrana impercettibilmente "You Were Meant For Me", grazie a un botta e risposta tra guizzi elettrici di chitarra e archi.
Prevalgono gli arrangiamenti orchestrali obliqui nella sfarzosa "Not That Well-Defined", sostenuta dai toni concitati di una chitarra acustica, così come nelle tracce successive: l'inquietante e coinvolgente "We Go Dancing" ricorda un'opera a tratti recitata, sostenuta da fiati e tastiera; "When You Leave" è invece caratterizzata da echi beatlesiani, per poi proseguire con "Take Me For A Ride", il cui sound sembra uscire tanto da "Lo schiaccianoci" di Tchaikovsky quanto da un film di Natale random, rendendolo obiettivamente il brano meno riuscito dell'album.
Dopo le arie sinfoniche e placide di "It's Sunny Today", si ricomincia a ballare sulle derive techno sfiorate dai synth acidi e ossessivi di "A Love Story", per poi avviarsi alla chiusura con l'armonica e gradevole "It Doesn't Have To Be That Way" e con il piano solenne e i cori sovrapposti di "Gee, That Was Fun".
Il tempo si infrange e dilata a dismisura a più riprese durante l'ascolto di "The Girl Is Crying In Her Latte", lavoro in continuo movimento che riconferma l'inesauribile vitalità degli Sparks, in grado di confondere l'ascoltatore come un nastro di Möbius: un solo lato in vista, quello del divertimento e del piacere di fare musica, e infinite possibilità a disposizione, lungo una strada che per il duo sembra non avere fine.
(26/05/2023)