Dopo anni di live a tema ed esplicite dichiarazioni d'amore, la devozione di Simone Salvatori per gli amati Smiths si concretizza in "The Queen Is Not Dead". Andando oltre gli appigli storici recenti che permettono di ironizzare sulle tempistiche della pubblicazione e sul suo titolo, concentriamoci sul disco, partendo dal bell'artwork di Marco Soellner, impegnato a curare da anni le grafiche del gruppo e a portare avanti il progetto Klimt 1918.
Salvatori, diviso tra i suoi progetti paralleli The Lust Sindycate e Morgue Ensamble (con annessa dimensione visiva-fotografica di quest'ultimo), torna dietro gli Spiritual Front a cinque anni dallo splendido "Amour Braque" e lo fa divertendosi e rivisitando il mito degli Smiths. Insieme a lui, i fidati compagni di battaglia Francesco Conte e Andrea Freda, ai quali si aggiunge il bassista Daniele Raggi. Tanti gli ospiti, citiamo Durga McBroom, King Dude passando per Riccardo Spilli.
"The Queen Is Not Dead" è una pubblicazione bipolare e forse questo era l'unico modo per approcciarsi a un disco di cover riguardanti una delle più grandi e amate band della storia del rock. Un nome da toccare con attenzione. Il primo disco è una lista di rivisitazioni fedeli, senza grossi stravolgimenti della base iniziale e in linea con lo stile degli Spiritual Front più barocchi. Basti sentire come il celebre suono distorto di chitarra di "How Soon Is Now" venga sostituito dal morbido suono degli archi e delle chitarre. La tracklist è venuta fuori spontaneamente, confessa Salvatori, e mette in fila i grandi classici della band di Johnny Marr e Moz. Un best of degli Smiths nel quale Salvatori si muove a suo agio, padrone della materia, portando con sé l'ascoltatore.
Se la prima parte può sembrare una vittoria facile, ben diverse - e per qualcuno, come il sottoscritto, più intriganti - sono le soluzioni inserite nel disco 2, il lato profano e "apocrifo" della pubblicazione. Qui gli Spiritual Front cambiano l'involucro dei brani degli Smiths, riarrangiandoli in veste orchestrale o acusticamente scarna. "The Queen Is Dead (Orchestral Version)" diventa così una soave apertura a cui segue "Ask (Acoustic Alt. Version)". "Bigmouth Strikes Again" e la versione di "There Is A Light That Never Goes Out (Acoustic Alt. Version)" sono da brividi quanto l'originale.
Nell'attesa del nuovo disco di inediti targato Spiritual Front, "The Queen Is Not Dead" riesce a confezionare un ispirato atto d'amore musicale. Con quella base qualcuno dirà che era facile, ma ci vuole anche coraggio per farlo…
25/07/2023