Quella di Regis e Surgeon non è una storia cominciata ieri, ma un percorso che li ha consacrati come protagonisti del circuito industrial techno e in particolare della corrente nota come Birmingham sound: una variante più "mentale" e meno brutale (ma pur sempre abrasiva) che affonda le sue radici non tanto nell'eredità dei Throbbing Gristle, quanto nel minimalismo e nella darkwave. Iniziando a plasmare banger già dagli anni Novanta, i due vantano una produzione tra le più feconde della dance music contemporanea: tra decine di Ep e una lunga lista di album a testa, la loro influenza è stata determinante per l'evoluzione del clubbing underground, grazie a un sound ruvido, essenziale e privo di compromessi.
Neppure quella dei British Murder Boys è storia recente: live act attivo da oltre vent'anni, ha segnato l'ecosistema techno con una serie di Ep e singoli pubblicati tra il 2001 e il 2005 per l'etichetta Counterbalance, successivamente raccolti nell'omonima retrospettiva del 2015: un'esplosione di negatività sonora, tra beat meccanici, mood oppressivi e dissonanze annichilenti. Con queste premesse, è facile immaginare l'entusiasmo della scena alla notizia di un album quantomeno inaspettato, il primo dopo decenni di esibizioni live. Un hype di questi livelli genera, inevitabilmente, alte aspettative.
Mantenere viva l'attenzione su Active Agents And House Boys può risultare difficile. Non tanto per le sequenze, che pur essendo ben strutturate, a volte mancano di incisività, evocando versioni meno ispirate di gemme come "Force + Form" di Surgeon o "Gymnastics" di Regis. La vera criticità emerge dall'uso dei vocalizzi: sopra l'onnipresenza dei ritmi implacabili si stagliano ululati sciamanici che compaiono in ogni traccia, richiamando forse i Suicide, ma senza la loro forza emotiva. Le parti vocali di Regis suonano scollegate, come frammenti improvvisati, spesso avulse dal magnetismo brutalista del groove. Degna di nota, tuttavia, "Killer I Said", una paranoia post-punk che, grazie a una struttura vocale verosimilmente anni Ottanta, spicca sul lotto.
"Active Agents And House Boys" rappresenta un tentativo ambizioso ma incompiuto, un passo forse più lungo della gamba. L'idea di fondere vocalità sperimentale con synth e drum machine aveva un enorme potenziale, ma l'esecuzione risulta frammentaria. L'energia non manca, ma viene mal canalizzata e lascia un retrogusto amaro, soprattutto alla luce di ciò che gli artisti hanno già dimostrato di saper fare e per quello che avrebbero potuto offrire.
11/01/2025