Cosa - o chi - vuole lasciare Josh Tillman nel mahāśmaśāna (महाश्मशान), parola sanscrita che definisce il "grande luogo per la cremazione"? Stando alle sue parole, il proprio ego, lavorando sulla cancellazione di se stesso. E qui sorge un'altra domanda? Quale se stesso: Josh Tillman o Father John Misty? Perché come ne “Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde”, la linea di confine non è mai stata netta. Anzi.
Il risultato però è l'opposto: "Mahashmashana" è il disco più "Father John Misty" mai realizzato dal musicista americano. Qui troviamo concentrate in otto canzoni tutte le peculiarità - nel bene e nel male - del Padre: eccesso (con tre brani dall'elevato minutaggio), soliti - delicati - topos trattati/vissuti nella tipica maniera del cantautore, tra caustica ironia, commistione di alto/basso e spiccato autobiografismo. Emblematici, già dal titolo, "Josh Tillman And The Accidental Dose" e "Mental Health".
Poi, a questo giro, il predicatore si fa più santone e prosegue la tradizione di aprire i dischi con un grande brano. In questo caso è la title track di quasi dieci minuti. Gli arrangiamenti classico/strumentali si pongono in continuità (anche se meno prominenti rispetto al predecessore concept "Chloë And The Next 20th Century") e vengono spezzati solo dalla movimentata "She Cleans Up".
Insieme al sopracitato opener, l'altro episodio a contendergli la fascia di brano più bello è "Screamland", capolavoro magico e suggestivo dove troviamo anche il contributo di un certo Alan Sparhawk (Low). Peccato per i già sentiti (nel best - dal titolo geniale - che ha di poco preceduto l'album "I Followed My Dreams And My Dreams Said To Crawl") dieci minuti di "I Guess Time Just Makes Fools Of Us All", che saranno pur divertenti ma rispetto ad altri brani monstre del repertorio ("Leaving LA", "So I'm Growing Old On Magic Mountain") impallidiscono al confronto.
Così, conclusa "Summer's Gone" (le cui ultime parole sono "But you eat a peach or you skin your knee/ And time can't touch me") Father John Misty lascia sul campo della cremazione un'opera viva, la cui unica minaccia sembra, alla fine, lo scorrere del tempo.
26/11/2024