Fleshgod Apocalypse

Opera

2024 (Nuclear Blast)
symphonic-death-metal,

Put your pride aside
Lеt me take your hand
Like the king and queen on the dance floor of the damned
I'll anaesthetize
Every single nerve
Like a new man forsake this life
And dance till dawn the dance of death!
La carriera di una delle poche band di metal estremo italiane con una certa rilevanza internazionale, non a caso pubblicata da Nuclear Blast, ha rischiato di interrompersi in seguito al grave incidente durante una scalata del Gran Sasso del leader Francesco Paoli. L'atteso seguito di "Veleno" (2019) dei perugini Fleshgod Apocalypse, intitolato opportunamente "Opera" (2024), è infine arrivato e mostra una band mai così orientata a coinvolgere un pubblico più ampio dei soli amanti del metal estremo e tecnico. Limando gli aspetti più brutali del loro sound e ampliando lo spazio dedicato alla componente melodica, la band trova alcuni dei suoi momenti più immediati, costruendo una scaletta di dieci brani che si accorda perfettamente a una certa idea, un po' kitsch e un po' stereotipata, di italianità.
La voce operistica di Veronica Bordacchini ha un ruolo fondamentale, insieme al pianoforte di Francesco Ferrini, per decorare di rimandi classici gli assalti death-metal che si susseguono, guidati dalla chitarra di Fabio Bartoletti e dal basso del convalescente Francesco Paoli, impegnato anche alla voce. A completare la formazione attuale il batterista Eugene Ryabchenko, aggiunto nel 2020 ma già a suo agio dietro le pelli.

Dopo l'apertura operistica di "Ode To Art (De' sepolcri)" la possente e compatta "I Can Never Die" chiarisce da subito l'impatto devastante ma anche l'immediatezza della proposta dei perugini, con una canzone death-metal feroce con inserti melodici che diventerà probabilmente uno dei momenti più amati dal vivo. È questo brano a indicare la via per il resto della scaletta, dalle mitragliate ritmiche di "Pendulum", ornata di lugubri cori e sovrapposizioni operistiche, alla furiosa "Bloodclock", con ampi squarci melodici che fungono da balsamo dopo l'assalto ai timpani, impegnativo per i meno avvezzi.
L'orchestrazione più creativa è quella di ottoni che decora "At War With My Soul", con anche un frangente recitato, mentre il passaggio più divertente è "Morphine Waltz", un esagitato ballo ottocentesco virato a coventrizzazione metal, con Bordacchini che opta per uno stile più graffiante.
La formula è di sicuro impatto ma all'altezza dell'ultimo terzo della scaletta rimane poco da aggiungere e la band inserisce un po' il pilota automatico. L'eccezione può essere individuata nella stravagante ballad death-metal "Till Death Do Us Part", nonostante la contrapposizione tra il cantato in growl e quello operistico sia centrale in tutto l'album e qui semplicemente si invertono le dosi: Bordacchini guida il brano e Paoli interviene a supporto.

La recensione di questo "Opera" vi arriva dopo aver ascoltato la band sul palco, in occasione del "Firenze Metal" dello scorso 16 novembre. Chi vi scrive voleva capire come suonasse in live e come fosse gestita la componente più kitsch della proposta, un mix di stereotipo dell'Italia legata ancora all'opera e alla cultura classica con la brutalità del metal estremo. L'impressione è che, grazie anche all'allestimento di un palco sovraccarico di candelabri e ornamenti tra il barocco e il gotico, nonché di una band che si presenta vestita in un suggestivo stile ottocentesco virato orrorifico, dal vivo "Opera" valga qualcosa di più di quanto si possa ascoltare in cuffia. Sul palco l'imponente armamentario di luci e la cura maniacale del suono conferiscono maggiore potenza al tutto e, uniti all'autoironia della band, riducono la sensazione che ogni tanto il loro death-metal kitsch possa diventare trash.

25/11/2024

Tracklist

  1. Ode to Art (De' sepolcri)
  2. I Can Never Die
  3. Pendulum
  4. Bloodclock
  5. At War With My Soul
  6. Morphine Waltz
  7. Matricide 8.21
  8. Per aspera ad astra
  9. Till Death Do Us Part
  10. Opera


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