Ghost Dubs

Damaged

2024 (Pressure)
dub, dub techno

Percussioni organiche, fruscii crepitanti, field recordings in loop e soprattutto bassline imponenti: le vere protagoniste, che non solo formano il ritmo, ma definiscono l'intero sound design; ma andiamo con ordine. Ghost Dubs è il progetto di Michael Fiedler, sound artist attivo nell'ombra dai primi anni Duemila con lo pseudonimo Jah Schulz, pilastro dell'underground dub-reggae, forte di decine di pubblicazioni tra Ep e album. Fiedler ha esplorato anche altre strade: dal synth-pop del duo Annagemina alla composizione di colonne sonore; con "Damaged", pubblicato per l'etichetta Pressure di The Bug, condensa decenni di lavoro nelle nicchie che ha contribuito a plasmare.

I riferimenti principali sono due: da un lato, la tradizione giamaicana, specialmente nella sua veste dub, con richiami evidenti a King Tubby, Horace Andy, ma anche alle tessiture più fosche di Rhythm & Sound e African Head Charge. Dall'altro, il suono denso, meccanico e scuro di artisti come Deadbeat, Andy Stott e di quella visione monocromatica (tanto nelle copertine quanto nel sound) delineata dall'etichetta Modern Love: basti citare i Demdike Stare, oltre a Stott stesso. Dalla tradizione dub, Fiedler preleva le profondità atmosferiche e i delay martellanti; dalla scuola Modern Love assorbe il mood opprimente, industriale, capace di togliere il fiato in una sala club ad ogni colpo di basso.

Ascoltando tutto il disco, però, sopraggiunge qualche dubbio. Meglio precisare: nessuna critica al sound design. Il connubio tra destrutturazioni techno, dub robotica e drone che si disintegrano nell'ipnosi è una prova tangibile dell'esperienza di Fiedler, costruita in oltre vent'anni di lavoro. Ogni dettaglio tessiturale è curato con precisione, riuscendo a intrecciare profondità e complessità con una pienezza sonora che si rivela inevitabilmente scura, abissale, notturna. Tuttavia, ciò che sembra mancare è la capacità di imprimersi nella memoria, di trasformare un ascolto potente in un'esperienza duratura.
L'opera, con il suo carattere subacqueo e lapideo, esalta le sue qualità tecniche ed è ineccepibile nel djing, ma risulta forse carente di quel guizzo emotivo o narrativo che la renderebbe davvero immortale. Il risultato è eccellente nell'immediatezza del momento, ma fatica a lasciare un'eredità che si protragga oltre l'ascolto.

08/01/2025

Tracklist

  1. Chemical
  2. The Regulator
  3. Dub Lobotomy
  4. Hot Wired
  5. Thin Line
  6. Second Thoughts
  7. True To Life
  8. Dub Battle
  9. Soul Craft
  10. Undone
  11. Dub Simulation
  12. Circles / Lines

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