Linkin Park

From Zero

2024 (Warner)
nu metal, rap-rock, pop-rock

Let you cut me open just to watch me bleed
Gave up who I am for who you wanted me to be
Don't know why I'm hopin' for what I won't receive
Fallin' for the promise of the emptiness machine
The emptiness machine

Ascoltare “From Zero” senza conoscere, o semplicemente provando a ignorare, la storia dei Linkin Park, e in particolare i fatti degli ultimi sette anni, è un’esperienza a suo modo stimolante. Se questo fosse un vero esordio di una nuova band, magari con un semplice cambio di nome per marcare la discontinuità, sarebbe un album fatto di idee alt-metal, rap-rock e pop-rock senza molta originalità ma con qualche riuscita hit d’alta classifica e tanto mestiere, di quello tipico dei colossi del mainstream. Anche i temi sono affini a quelli del pop mondiale post-pandemico, tra ansia, rabbia, empowerment e descrizioni di relazioni più o meno tossiche.
Se questo fosse un vero esordio di una nuova band, sarebbe un oggetto strano, un po' confuso ma che non mancherebbe di intrigare gli animi rock che sono cresciuti ascoltando negli auricolari, rigorosamente con filo, musica come quella di Linkin Park, Disturbed, Limp Bizkit, Korn ma anche… i Green Day del rock mainstream di "American Idiot" e ancora i Papa Roach, i P.O.D., i Puddle Of Mudd, i Guano Apes e tanti altri nomi che era facile trovare nel lettore compact disc di un adolescente di inizio millennio (come chi vi scrive).

Il primo brano in scaletta, “The Emptiness Machine”, è perfetta per suonare rock e contemporanea, con la voce maschile e femminile che si alternano e la batteria che conta più delle chitarre. La sua aggressività è perfetta per Virgin Radio, buona per il pubblico degli Imagine Dragons ma anche per chi non vuole continuare ad ascoltare solo la trap e il reggaeton che ingolfano Spotify. Ci riprova “Cut The Bridge”, più urlata ma ugualmente innocua, mentre “Heavy Is The Crown” ritorna chiaramente a un modello conosciuto di nu-pop-metal con tanto di strofa rap e sample, con un lungo urlo che costituisce uno dei momenti più d’impatto dell'intero album. Altrettanto formulaiche sono “Two Faced” e “IGYEIH”, more of the same del metal mainstream di vent’anni fa.
La componente più pop-rock prevale in “Over Each Other”, nonostante qualche chitarrona metal, soprattutto per il cantato pulito che la domina e che caratterizza anche “Stained”. Si ritorna ai suoni di certo crossover punk-stoner-metal in “Casualty”, che potrebbe uscire da un album dei Fu Manchu ma è urlata come un pezzo degli Hatebreed. La più pacata “Overflow” sembra invece perfetta per essere usata in un blockbuster di Hollywood, anche se la sua esplosione finale è telefonata, e si può assimilare alla conclusiva “Good Things Go”, la quota ballad dell’album con un climax emotivo che non stupisce nessuno.

Se anche “From Zero” non riportasse il nome Linkin Park in copertina ci diremmo che somiglia spesso a quanto ascoltato in album di enorme successo come “Hybrid Theory” (2000), “Meteora” (2003) e, in misura minore, “Minutes To Midnight” (2007). È evidente che si tratti di un album in continuità con la storia della band, o meglio con quella parte della discografia che ha resistito meglio alla prova del tempo. Mike Shinoda, Brad Delson e Joe Hahn sono sempre gli autori principali dei brani e non hanno esattamente reinventato il loro approccio: ritornano dinamiche, melodie, ritornelli dal passato in molti brani, dando l’impressione che si sia aperto un portale temporale che ci ha magicamente riportato a metà anni Zero. Il batterista Colin Brittain ottiene molto spazio nel mix, ma il ruolo più delicato tocca a Emily Armstrong, chiamata a rimpiazzare l’amatissimo Chester Bennington: lo fa senza imitarlo ma anche senza strafare, lasciando più spazio a Mike Shinoda nelle parti cantate e concedendo tempo al suo rap non esattamente esaltante; qua e là immola i polmoni in qualche scream, altre volte si dimostra una cantante più educata di quanto Bennington sia mai stato.
In the end, però, senza il nome Linkin Park e la loro storia, senza i rimandi ai loro classici, questo “From Zero” non avrebbe mai bucato l’attenzione di molti e si sarebbe perso in un mare di pubblicazioni rock un po' obsolete e un po' nostalgiche. A chi vi scrive sembra l’occasione soprattutto per riascoltare i Linkin Park, quelli dei primi album, quasi un quarto di secolo (!) dopo la pubblicazione. Magari anche riguardando quel famoso video di Goku contro Freezer. Ma che ne sanno i boomer, ma che ne sanno i Gen Z.

16/11/2024

Tracklist

  1. From Zero (Intro)
  2. The Emptiness Machine
  3. Cut the Bridge
  4. Heavy Is the Crown
  5. Over Each Other
  6. Casualty
  7. Overflow
  8. Two Faced
  9. Stained
  10. IGYEIH
  11. Good Things Go


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