A dreamlike feeling in motion. L'origine di "Closer", ultima opera di Maria Chiara Argirò, nasce da un'urgenza, una sensazione spontanea non facilmente descrivibile a parole. L'ascoltatore viene trasportato in una dimensione onirica, dove ogni più piccolo dettaglio appare al proprio posto: un ulteriore passo avanti rispetto al valido "Forest City" (2022), nel quale l'artista italiana di stanza a Londra aveva coniugato jazz e sentieri electro-ambient, attirando l'attenzione della critica e di diversi personaggi di spicco, tra cui il dj di Bbc Radio (nonché fondatore della Brownswood Recordings) Gilles Peterson e Four Tet.
L'elemento più interessante è che non vi è stata molta sperimentazione nelle singole tracce, in quanto Argirò aveva già chiaro fin dall'inizio cosa desiderasse ottenere. Le influenze radioheadiane in zona "Kid A" incontrate nel precedente capitolo evolvono e si amalgamano ad arie art-pop, che richiamano in parte il sound di artiste come Austra e Grimes, a cui si aggiungono derive ambient e passi downbeat.
The wind like a memoryAd accoglierci sono le ritmiche che dominano il mood synth-pop brillante di "Light", traccia manifesto insieme all'andamento downtempo della successiva e quieta "Closer". Si prosegue con l'atmosfera da club conferita dai glitch e i collage di beat dell'oscura "Grow", per poi tuffarsi nuovamente in un clima di grande emotività con la riflessiva "September".
Fills a space within me
And in the darkest alley
A thief in the night
12/09/2024