Oliver Patrice Weder - The Shoe Factory

2024 (Moderna)
ambient-tronica, nu jazz, modern-classical

È un aspetto ben poco noto dell'isola, ma Maiorca ha vantato nella sua storia una florida produzione calzaturiera, ancora oggi capace di sopravvivere grazie alla tenacia di artigiani che vedono nel loro lavoro un'appassionata ragione di vita. Situati nell'area della Sierra Tramuntana (dorsale montuosa corrispondente al lato nord-occidentale della più grande delle Baleari), diversi villaggi testimoniano ancora oggi il passato e il presente dell'isola, il fervore di un'attività che le ha donato grande lustro. È questo stesso lustro che ha portato Oliver Patrice Weder, compositore e produttore svizzero, a sviluppare un album che parta dalla peculiare storia della sua nuova casa e che ne evidenzi i lati più nascosti, l'emotività diretta e indiretta di luoghi e persone direttamente coinvolti. Interamente strumentale, dedito a esplorare un linguaggio composito che abbraccia jazz, elettronica e classica, “The Shoe Factory” dà vita a scenari sospesi nel tempo, concentra gli aspetti più emozionali di un microcosmo ancora pulsante, vivo negli esiti e ancor di più nei suoni.

Certo, di per sé la storia trapela tendenzialmente più da sottili spunti, agnizioni sonore decifrabili con opportuna pazienza. Quel che emerge subito è senz'altro la profonda tensione emotiva, la delicata fermezza che ha costituito la fortuna di Nils Frahm, trascinata in un mélange stilistico che gli aficionados di casa Gondwana potrebbero trovare istintivamente appagante. Pura passione, che l'istintiva eleganza delle composizioni aiuta a rendere ancor più ammaliante: anche grazie a un terzetto di ottoni (sassofono, corno francese, trombone) a cui affidare tenere linee melodiche, la musica di Weder si fa tramite narrativo dello stesso fervore che anima ancora gli artigiani locali.
Sciami cameristici, docili romanze in punta di piano (gli sguardi fugaci di “Home At Last”), luminose aperture in crescendo (le ali spiegate di “I'd Like The Birds To Teach Me How To Fly”): il compositore gestisce gli umori con grande senso della sfumatura, svela con carattere i dati ambientali di uno scenario in cui natura e lavoro umano corrono di pari passo. Rivelate con un sinuoso fraseggio danzante, le macchine di “The Factory Song” dettano il ritmo, si celebrano in gioiosa armonia, scandendo le forme di un suggestivo nu jazz che non lascia prigionieri.

Vaghe reminiscenze berlinesi, a fissare il tempo che inesorabile scorre via (“Modern Times”, a richiamare il Manuel Göttsching più visionario), levigate partiture a ricordare il rigoglio che adesso non c'è più (le sparse note di pianoforte di “Into Pieces”), la manifattura che, malgrado tutto, resiste e si lascia apprezzare (i timidi field-recording che introducono la conclusiva “True Heroes”): la Maiorca inscenata da Oliver Patrice Weder è materiale spontaneamente cinematico, il commento di un documentario che non ha bisogno di immagini, ma di un ascolto entusiasta per schiudere i propri segreti. Dall'intimo della sua casa-fabbrica, si spera che il musicista svizzero possa inviare ulteriori dispacci di un'isola segreta, e proprio per questo immediatamente attraente.

31/01/2024

Tracklist

  1. Breathe In
  2. Home At Last
  3. I'd Like The Birds To Teach Me How To Fly
  4. The Factory Song
  5. RS
  6. Golden Light
  7. Modern Times
  8. Into Pieces
  9. Breathe Out
  10. True Heroes

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