In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso (Aristotele)
C'è qualcosa di unico, di irripetibile in ogni disco di Sam Lee, un artista non solo cantore di tradizioni passate ma anche profondo esegeta e innovatore della musica folk. Un audace e spudorato poeta, romantico e mistico, autentico mentore di un ritorno alla natura non frutto di una posticcia coscienza
green, ma di una profonda conoscenza della potente forza taumaturgica del creato.
Cultore e divulgatore della natura errante della musica folk, Sam Lee ha scavato un solco nella storia più antica della propria terra, estraendo dall'anima della vecchia Inghilterra pre-cristiana materia viva per una rinascita ambientale e sociale. Storia, credenze e filosofia sono un unico canovaccio creativo per il musicista inglese, abile altresì nella ricerca di strumenti antichi poco noti: questa volta tocca a una cetra araba, il
qānūn, e a un'arpa svedese, la
nyckelharpa.
Prodotto da
Bernard Butler, "Songdreaming" è un ambizioso progetto discografico ma anche visivo - recentemente Lee ha composto le musiche per il film "The Unlikely Pilgrimage Of Harold Fry" dove interpreta anche un lunatico menestrello.
Incantevole, evocativa, la voce di Lee è uno dei punti di forza di una musicalità sempre più ricca e innovativa. Una voce che trasporta l'ascoltatore in luoghi lontani dal fragore della civiltà, un misto di romanticismo e utopia viscerale simile a una preghiera laica.
È un racconto dolorosamente sincero, quello tracciato dall'artista, che, al pari di un novello sciamano, prende frammenti dalla tradizione inglese e americana e li immerge in articolate strutture strumentali dai tratti quasi barocchi, dove allo stupore della bellezza si contrappone un discordante vortice di storie e metafore ("Bushes And Briars").
Percorrendo sentieri e luoghi dove la natura ancora fa sentire la propria voce, il musicista inglese cattura la spiritualità più ancestrale del folk. Con passo lieve intona estatiche melodie al suono di antiche
Irish pipes ("Green Mossy Banks"), consacra una splendida canzone/poesia di Robert Burns a suggestioni quasi gospel al punto da trasformarla in un'immaginaria esplorazione del cuore pulsante della natura ("Aye Walking Oh"), fino a raggiungere un'intensità poetica goth-dark di rara bellezza con "Dreams Of The Returning".
Al pari di
Leonard Cohen, Sam Lee dona nuova pelle a vecchi cerimoniali, celebra l'amor sacro e profano con l'aiuto di un coro transgender nell'avventuroso graffio folk-rock-blues di "Meeting Is A Pleasant Place", canta il tormento di un'umanità alla deriva con toni cupi e austeri e frammenti neoclassici nella quasi biblica "Leaves Of Life" e adagia accordi rosicchiati di violino, contrabbasso e piano per una ballata che sembra uscire da un album di
Nick Drake, come "McCrimmon".
Anche "Songdreaming", come "
False Lankum" dei
Lankum, esplora il lato oscuro del folk inglese, ma la rabbia e il dolore sono affidati non al suono granitico della
drone-music bensì a melodie e arrangiamenti stracciati, spogli, cuciti con eleganti sonorità, come il suono della mandola che brulica di passione e di tormento nell'eccellente "Black Dog And Sheep Crook", gemma incastonata tra la già citata "Dreams Of The Returning" e la commovente "Sweet Girl McRee", brano portante della colonna sonora del film "The Unlikely Pilgrimage Of Harold Fry", nonché perfetta chiosa per uno dei dischi più intensi e struggenti dell'anno.
03/05/2024