Backxwash - Only Dust Remains

2025 (Ugly Hag)
industrial-hip-hop, soul-rap

These are the songs of a person who was brought back to life but is now haunted by death itself

L'afasia dopo la logorrea, il fango dopo il diluvio, la cenere dopo il fuoco. Backxwash è esausta e non fa nulla per mascherarlo. La furia incontenibile dei tre dischi precedenti ha finito col consumarla. Del suo ruggito incalzante rimane un grido strozzato. La gorgone indomita si presenta adesso come una mormona depressa o una versione gotica di Hattie McDaniel, inchiodata in un sepolcrale dagherrotipo.
Nuovi orizzonti, nuovi cavalli. Via horrorcore e industrial, dentro soul e gospel. Via scariche di rumore digitale, dentro loop ipnotici e sporchi sample. I cori non risuonano più dentro una cattedrale, semmai in un vecchio studio anni 60. Tanto pianoforte, qualche chitarra. Solennità e delicatezza al posto della rabbia cieca. Dove prima imperversavano Dälek e Death Grips, ora si strizza l'occhio a un JPEGMafia o un Tyler, The Creator. La parola chiave è detournement.

Attanaglia subito l'ascoltatore "Black Lazarus", macinando una straniante ghost dance su un preparato di basso e piano elettrico distorto. La calma è apparente, perché le rime iniziano a succedersi con un delivery ansiogeno, da respiro corto, a costruire un crescendo drammatico. Il testo è centrale, ancora una volta, e si focalizza sul disagio psicologico ("screaming back at the shadows like go away") e l'ideazione suicidaria ("I'm beside the table where the drugs found"), la difficoltà nelle relazioni con gli altri e con il proprio corpo ("My deep regret is I don't know my body") e la propria anima ("I'm so disconnected from my soul"). Il climax si schianta poi con una riflessione più politica, che colpisce alla pancia per la sua drammaticità:

Why the fuck am I complaining here
When there’s kids in Gaza with a missing father
The bongos in Congo don't hit as hard
South Sudan needs a plan man don't get me started
And for everything fucked that we pick apart
I just fall to my knees with the disregard

I sette minuti di "WAKE UP" ritrovano l'intensità di un tempo, azzannando con un testo alzo zero contro le ipocrisie della società contemporanea su un beat dominato da una batteria colossale. Un assalto stemperato da un bridge più pacato, prima di riattaccare con ancora maggiore forza: la chitarra elettrica distorta e il ripetersi ossessivo del titolo riconducono alla devastante potenza di alcuni suoi vertici. La coda, però, ritorna alla dimensione più soul, con tanto di coro e pianoforte, lo scricchiolio di un vecchio vinile e gli archi: è la nuova dimensione sonora di Backxwash, capace di cambi di registro sostanziali anche nel medesimo brano, con la disinvoltura paracula di un Kendrick Lamar.

La successiva "Undesirable" dimostra che è praticabile anche una soluzione conscious più malinconica, per quanto tormentata, prima che il battimani di "9th Heaven" introduca un altro momento centrale, dove la lotta interiore alterna poesia e disperazione, dolcezza e lacrime su un complesso hip-hop mutante, conquistato anche da un breakbeat cameristico (!) nell'ultimo terzo. Anche questa è una canzone dove la morte aleggia, come desiderabile soluzione e come atroce minaccia, compagna del quotidiano ("Ain't nothing sweeter than the past tense/ Ain't nothing sweeter than that last step/ Ain't nothing, ain't nothing").
Una stratificazione shoegaze porta in orbita "DISSOCIATION", arpionata dal ghirigoro hyperpop dell'ospite Chloe Hotline, prima che synth inquietanti e un beat storto e cacofonico degno dei Clipping funga da propellente per "History Of Violence", altro brano prettamente politico e drammatico:

From the river to the sea, Palestine will be free
Thinking bout all the people dead in the street
How young was this kid, like 11 or 3?

L'apice espressivo si raggiunge con l'enunciazione senza sosta di una serie di divieti, di argomenti tabù che non sono più accettati nel dibattito pubblico senza essere percepiti come divisivi o problematici. È una feroce critica alla società che silenzia discussioni cruciali, per motivi di opportunità politica o sociale, impedendo una riflessione aperta sulle ingiustizie o sui problemi che straziano il mondo contemporaneo.

Dopo aver spogliato il re, è il momento di salire in cima alla montagna con la pomposa "Stairway To Heaven", succube di una grandeur quasi pinkfloydiana, in cui impartisce una scarica di comandamenti da I Ching nichilista:

Do not fear the void
It is not your enemy
Neither is it your friend
Do not fear the loss of your hopes and dreams
It's up to you with how much it matters in the end
Do not fear loss and the emotions that come with it
Because you have no control
On how they'll remember you
Do not fear the uncertainty and consequences
They are inevitable and they will not fear you

Cosa resta dopo questo torbido amalgama di dolore personale e collettivo, dopo questa danza con la morte alla ricerca disperata di una qualche serenità, nonché dopo l'enigmatico interludio di "Love After Death"? Per nulla inorridita dall'idea di emozionare con la pura e semplice melodia, forte di una progressione armonica che sarebbe piaciuta al 2Pac di "Dear Mama", la conclusiva "Only Dust Remains" cerca di trarre un qualche bilancio: fanculo i razzisti e gli stupidi ("So middle finger to these racist and idiots"), nonché la religione istituzionalizzata ("I don't need a reverend or a reference to heaven"), la soluzione rimane un amore sincero e sentito ("I wanna show y'all love, as I meant it") e la ricerca di una maggiore consapevolezza spirituale. Proprio alla fine l'arrangiamento si rischiara in una preghiera, un gospel onirico, che conduce a una rivelazione che dà un qualche significato a tutto il dolore:

A voice whispers but I can’t hear it
She’s miles away til it's all clear in me
What wasn't I seeing?
What wasn't I being?
Eyes too wide
I couldn't see
Feet on the ground
I was walking away from me

Lungi dal seppellirsi viva, Backxwash preferisce morire e risorgere tra i solchi. Schiaffeggiando con una mano se stessa e con l'altra il mondo che osserva e la osserva, redime l'una e bonifica l’altro. E dopo il calvario non rimane che polvere, da compattare per ricostruire.

03/04/2025

Tracklist

  1. Black Lazarus
  2. WAKE UP
  3. Undesirable
  4. 9th Gate
  5. 9th Heaven
  6. DISSOCIATION (feat. Chloe Hotline)
  7. History Of Violence
  8. Stairway to Heaven (feat. Ora Cogan)
  9. Love After Death
  10. Only Dust Remains (feat. petwife, Fernie, Magella, Morgan-Paige)
 


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