A volte è necessario fare un passo indietro, ed è quello che Emma Jean-Tackray compie con il nuovo album "Weirdo", scegliendo un profilo creativo più intimo e una metodologia quasi lo-fi che ne esalta la peculiarità della scrittura e degli arrangiamenti.
L'esordio della musicista e compositrice inglese, "Yellow", aveva svelato al pubblico un talento decisamente fuori dal comune e ne aveva altresì smussato la natura spirituale e dolente, lasciando una sensazione d'incompiuto. Realizzato in piena autonomia dalla stessa Emma-Jean Tackray, "Weirdo" è un disco ancor più sofferto del precedente, un coraggioso tentativo, da parte dell'artista inglese, di riappropriarsi della propria identità dopo la morte improvvisa del compagno Matthew Gordon.
Non è stato facile per Emma tornare a suonare e comporre, dopo un lungo periodo di vuoto mentale (la musicista è autistica e soffre di Adhd), trascorso fissando le mura di casa e riabbracciando la filosofia orientale. La musica le ha offerto una via d'uscita, percepibile in particolar modo nel gospel-funk di "Save Me", una delle pagine più dirette e sofferte dell'album ma anche una delle più vibranti. Nu-jazz, soul, funky, psichedelia, elettronica e gospel sono le coordinate principali di un incessante groove spirituale che giustifica le varie assonanze citate dai critici - Stevie Wonder, Alice Coltrane, Herbie Hancock, Kamasi Washington.
Ben diciannove brani per un viaggio nell'acid-funk-soul, tra pagine ruvide e roventi (la splendida e viscerale "Black Hole" con Reggie Watts), distonie synth-soul dove testi e musica sono in perenne conflitto ("What Is The Point"), e attimi di leggerezza che rievocano gli anni 70 ("Tofu").
La volontà di superare steccati e convenzioni di stile sono molto più evidenti in "Weirdo", il talento onnivoro di Emma-Jean Tackray grazia estrose fughe pop ("Wanna Die"), inietta swing e brio nel trascinante ed elegante groove di "Thank You For The Day", tiene a bada l'esibizionismo puramente tecnico con la rinuncia a un ruolo più preminente della tromba, strumento principale dell'autrice, in favore di un suono corale ma ricco di dettagli armonici pregevoli, come nel caso della felpata "Stay" e della più tipicamente jazz "Let Me Sleep".
La spiritualità funk-psych di "Remedy" (con un interessante intermezzo di tastiera) e il più avventuroso jazz-groove di "It's Okay" (con il contributo di Kassa Overall) completano un quadro finalmente esaustivo delle qualità di Emma Jean-Tackray: "Weirdo" non è solo l'album della rinascita emotiva dell'artista inglese dopo un periodo di sofferenze e dilemmi, ma anche una delle più stimolanti pagine del nu-jazz d'oltremanica.
01/06/2025