Giorgio Poi - Schegge

2025 (Bomba Dischi/Sony Music)
canzone d'autore

Il nuovo album di Giorgio Poi esce a tre anni di distanza dal precedente “Gommapiuma”, che lo aveva già confermato come una delle voci più personali e sensibili del nostro odierno panorama cantautorale. In quell’occasione l’autore era riuscito a combinare il gusto internazionale e indie del disco rivelazione “Fa niente” con i toni intimisti del successivo “Smog”. E c’era anche la vena struggente e senza tempo che si coglieva nella interpretazione di "Estate" di Bruno Martino, per la colonna sonora della serie Netflix "Summertime"
"Schegge" fa un ulteriore passo avanti.

Anche questa è una parabola di materia che si raccoglie ed espande. Ma se la gommapiuma era sostanza spugnosa, che ci accoglieva in un afflato di conforto, assorbendo per poi restituire, qui si parla di corpo. Umano, sì, ma anche primordiale, indistinto e archetipico, “condizione naturale di ogni cosa esistente, in fuga dal centro della più gigantesca deflagrazione possibile: il Big Bang”. Di quel Big Bang c’è traccia anche in un amore che finisce. Un amore che finisce è movimento.
“Schegge” racconta dell’io, dell’energia con cui esso si restituisce al divenire, al tempo, alla vita, sviluppando energia, opponendosi al buio e alla stasi. "Personalmente provo sollievo nel sentirmi parte di questo immenso rilascio di forza – dice l’autore – mi piace sentirmi esploso, sprigionato, sparato via insieme a tutto e a tutti, una scheggia fra altre infinite schegge. Negli ultimi anni, mentre tutto, come sempre, esplodeva, sono successe molte cose nella mia vita, belle e brutte. Ma del resto, si sa, le esplosioni sono così, caotiche e disordinate".

Dunque queste “Schegge”, otto splendide canzoni e lo strumentale che le racchiude in cornice di senso, finiscono con l’essere il risultato di una vicenda così intima e profonda da riguardarci tutti. È un’idea che attraversa tutto l’album: l’io che si frammenta non si perde, ma cambia forma. Se "Gommapiuma" provava a contenere il disordine, "Schegge" fa il contrario: lascia che tutto venga fuori, senza filtri. La sua è poesia di trasformazione. "Giochi di gambe", scritta per ultima, è invece posta in apertura: ritmo spezzato, testo che salta tra i pensieri, una leggerezza solo apparente. In “Nelle tue piscine” la zona sicura è la piscina, il rischio il mare aperto: la canzone alterna equilibrio e incertezza, proprio come certi rapporti che si mantengono per abitudine. Qui la resa sonora ondeggia su un arpeggio liquido mentre la voce confessa: “Non ci nuoto più nelle tue piscine/ piuttosto preferisco cercare tra le onde un salvagente nel mare”. E subito dopo annoda il paradosso esistenziale: “Si può morire senza morire e vivere senza vivere”.

"Uomini contro insetti" è uno dei picchi della scaletta. Melodia sospesa, arrangiamenti ariosi su cui la voce è un io narrante, fraterno e cosmico al contempo. In "Non c’è vita sopra i 3000 kelvin” il passo cambia ancora, diventa più imprevedibile e spedito e sostiene un altro invito ad ascoltare il corpo, che sembrerebbe quasi didascalico se la musica non avesse quella sua grammatica irregolare: “Metti un orecchio sul mio petto e all’improvviso hai capito tutto”. 
"Les jeux sont faits" è il brano in cui maggiormente si sente l’apporto di Laurent Brancowitz dei Phoenix, che ha comunque supervisionato l’intero disco. "Tutta la terra finisce in mare" traduce in musica la serenità ritrovata. Eppure, nella limpidezza della melodia e nella tenue sobrietà del cantato, emerge una sorta di tristezza impossibile, posta in filigrana fra i suoni.

Non è imperturbabile la voce, né rassegnata, semplicemente si fa carico delle proprie fragilità. Ed è questo il modo migliore per aspettare il domani. "Un aggettivo, un verbo, una parola”, guidata da un movimento armonico discendente, si tuffa nel profondo ed è un viaggio verticale di grande e dissimulata intensità. "Delle barche e i transatlantici” è un finale aperto. Nulla si può controllare davvero: le dita sbagliano l’asola e allora bisogna fidarsi del mare, delle sue correnti calde, delle carene in corsa che seguono delfini. Così il viaggio continua sempre e la vita, necessariamente, esploderà ancora.
Per chi scrive il disco italiano più bello che il 2025 ci abbia riservato fin qui.

02/05/2025

Tracklist

  1. Giochi di gambe
  2. Nelle tue piscine
  3. Uomini contro insetti
  4. Non c’è vita sopra i 3000 kelvin
  5. Les jeux sont faits
  6. Schegge
  7. Tutta la terra finisce in mare
  8. Un aggettivo, un verbo, una parola
  9. Delle barche e i transatlantici

Giorgio Poi sul web