La Niña - Furèsta

2025 (BMG)
avant-folk, urban

Quando qualche anno fa facevamo conoscenza con Carola Moccia, in arte La Niña, veniva spontaneo pensare a una sorta di Rosalia napoletana. Si tratta di una suggestione che in parte regge ancora, lo sposalizio tra suggestioni urban (reggaeton, trap, etc etc) e folk locale è in effetti l'idea centrale della musica di entrambe le artiste. Eppure, questo "Furèsta" (seguito di "Vanitas" del 2023) ci mostra intenzioni completamente diverse rispetto a quelle della superstar catalana. Mentre Rosalia di disco in disco mitiga la sua anima folklorica, potando a poco a poco le radici flamenco della sua musica, La Niña (almeno per ora) fa esattamente il contrario, scavando sempre di più nella tradizione, riducendo al contempo la componente contemporanea. L'opera di recupero, quasi di scavo, della tradizione da parte di Carola fa di "Furèsta" un universo folklorico che travalica ampiamente i confini di Napoli e della napoletanità, abbracciando buona parte del Sud Italia (si pensi alle nacchere pugliesi di "O ballo d' 'e 'mpennate") e solcando il mediterraneo fino al Medio Oriente (le litanie da muezzin di Abdullah Miniawi in "Sanghe").

La ricerca della Niña procede di pari passo a un'elaborazione del suono pregevole, che rivitalizza vecchi canoni con snodi elettronici e soluzioni ritmiche moderne - un processo che più che la succitata Rosalia ricorda il raffinato cantautore asturiano Rodrigo Cuevas (del quale si consiglia di recuperare l'ottimo "Manual de romería"). In soli due minuti "Guapparia" chiarifica come mai La Niña, al netto di un carattere fortemente votato all'empowerment femminile, stia facendo parlare così tanto di sé in giro per la penisola: il ritornello, debitamente scaraventato al centro di una tempesta di tammorra e mandolini pizzicati, è semplicemente irresistibile.
Giusto un filo meno euforica, "Figlia d' 'a tempesta" bissa l'immediatezza della traccia d'apertura e, come si dice dalle parti della Moccia, fa scopa e primiera di ascolti streaming.
La varietà di possibilità di "Furèsta" non si ferma però a questa sorta di inni avant-folk da classifica e quindi in scaletta si può incontrare tanto un arrangiamento apocrifo di De Simone ("Oinè") quanto dell'elettronica tellurica di ispirazione deconstructed club ("Tremm"). Non sono meno veraci i lenti "Ahi" e "Chiena 'e scippe", il primo immerso in languidi arrangiamenti di mandolino e il secondo tra sintetizzatori vaporosi, efficaci per far risaltare i graffi del titolo (che ritroviamo anche sulla copertina del disco).

Meno misteriosa, ma anche meno pretenziosa (mi si conceda), di quell'altro caso mediatico nostrano chiamato Daniela Pes, con "Furèsta" La Niña sta riuscendo nella missione di conquistare un pubblico trasversale, anagraficamente e in fatto di gusti. E ci sta riuscendo con un pugno di canzoni certamente orecchiabili, anzi addirittura impattanti, ma mai e poi mai scontate.

15/04/2025

Tracklist

  1. GUAPPARÌA
  2. 'O BALLO D' 'E 'MPENNATE
  3. AHI!
  4. OINÈ
  5. TREMM'
  6. CHIENA 'E SCIPPE
  7. MAMMAMA'
  8. FIGLIA D' 'A TEMPESTA
  9. SANGHE
  10. PICA PICA


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