Tu sai amarmi per due quando io non mi amo
Quando ho paura in macchina, sai andare più piano
Tu sai fingerti attento durante il mio film preferito
Anche se lo hai già visto più volte e non ti è mai piaciuto
Ma sapermi felice per te è tutto
L’idea di “Radio Gotham” (2023), tradita da “Radio Sakura” (2024), è stata definitivamente mandata in soffitta con l’annuncio di una “Radio Trilogy” che oltre a far suonare tutto molto pretenzioso inganna nuovamente volta l’ascoltatore: non solo non c’è la promettente, per quanto assai perfettibile, atmosfera gotico-cinematografica dell’esordio ma l’unica cosa che accomuna i capitoli della trilogia è che sono pubblicati a nome Rose Villain. Lo abbiamo già scritto, la cantante-rapper ha poco tempo da perdere, il successo è arrivato un po' tardi per gli standard dell’industria e quindi continua ad attaccare su più fronti: la conduzione della seconda stagione imminente di “Nuova scena”, la linea di cosmetici branded, ancora una partecipazione a Sanremo e il terzo album in due anni e due mesi. Questo “Radio Vega” però conferma il pessimismo di chi vi scrive, perché si barcamena tra idee deboli e incoerenti.
In scaletta finisce un po' quello che capita, senza che emerga un disegno complessivo. Scarsini i testi, una collezione di pensieri che spesso diventano pensierini, frasi che nel migliore dei casi fanno sorridere per il loro taglio edgy ma più spesso imbarazzano.
L’iniziale "Il bacio del serpente" (feat. Guè) promette un album più introspettivo e coraggioso, con dettagli glitch, ma anche la strofa del Dogo fatica a trovare elementi distintivi. Rose Villain si racconta nel kitsch del gospel massimalista da Kanye West di "Millionaire", azzoppata dal birignao.
C’è persino meno ciccia in "No vabbè" (feat. Lazza) e "Ancora" (feat. Geolier), forse buoni pretesti per ospitare nomi grossi del mainstream, come capita anche a "Bop" (feat. Fabri Fibra)
L’it-pop ottantiano di "Musica per dimenticare" è degno dei Thegiornalisti e nulla c’azzecca con la pop-trap di "Patrick Bateman", ennesimo motivetto perfetto per TikTok, da accoppiare semmai con la “Fuorilegge” ascoltata a Sanremo.
La ballate sono assai dimenticabili: quella per chitarra acustica di "Lacrimogeni" (feat. Chiello) è buona al massimo per una commedia adolescenziale, con un testo patetico e un arrangiamento da cliché; quella orchestrale e cinematografica di "Smith & Wesson" insiste su idee ritrite nei contenuti e nella forma; quella intimista e autoriflessiva di "Tu sai" sembra uno sdolcinato e confuso tema da scuole medie, con una chitarra rock per sottofondo.
“Radio Vega” è un pasticcio, sgangherato e raffazzonato. Tra le (troppe) poche donne del nostro pop-rap Rose Villain poteva rappresentare, appena due anni fa, un nome da seguire. Oggi, che molte più orecchie la ascoltano, non sembra aver più molto da dire. Almeno per un po', forse, meglio smettere di cambiare stazione e spegnere direttamente la radio.
22/03/2025