Gli Snowpoet sono un duo jazz-folk che i nostri lettori hanno imparato a conoscere negli ultimi nove anni, grazie a un trittico discografico tanto consistente quanto diafano, un set di album dai toni confidenziali ed elegantemente algidi, che hanno intercettato sia il lessico trip-hop dei Portishead che l’avant-pop di Emiliana Torrini.
La musica del duo inglese è un concentrato di tecnica vocale/strumentale e vigore poetico, baciato dalla grazia e dall’ispirazione, un viaggio tra paesaggi e istantanee sonore che sfuggono a uno sguardo frettoloso, intercettando le riflessioni e le emozioni più intime dell’ascoltatore.
Lauren Kinsella e Chrys Hayson restano fedeli alla struttura chamber-jazz dei precedenti dischi, aggiungendo alla tavolozza di colori nuove sfumature e melodie più lussuose, senza scalfirne l’affabilità emotiva. “Heartstrings” è il primo album concepito come frutto di un lavoro collettivo, lo spazio più ampio concesso ai musicisti - Matt Robinson, Josh Arcoleo e Dave Hamblett – aggiunge profondità e coesione, il respiro delle composizioni è più affine a quello di una vera e propria band.
Un brano come “Host” eleva decisamente la tensione, la voce di Lauren Kinsella esplora una molteplicità di stati emotivi, l’intreccio strumentale diventa rovente, incalzante. Egual brio e slancio è rintracciabile anche nelle più placide e tenui divagazioni armoniche di “New Tree 109°”, una delle ballate più vulnerabili e gracili dell’album, sorretta da un briciolo di note pianistiche e da una interpretazione sorprendente.
Più che malinconiche, le canzoni degli Snowpoet sono consunte, vissute, accorate. Le melodie sono terapeutiche, lenitive. La band rilegge i canoni del ritmo e dell’armonia con un attenzione al dettaglio che trova la perfetta esegesi nella fatata malinconia di “Skin”. Nel combinare elementi acustici con synth e fraseggi ritmici complessi, gli Snowpoet danno forma a un album più affabile e immediato, brani come “FOR YOU” e “Our World” si destreggiano abilmente su tempi ritmici palpitanti, mentre le più sensuali “tenderness”e “Living To Live” scelgono il rigore e l’intransigenza per mascherare turbamento e passione, sensazioni che non scompaiono neanche quando per un attimo la voce tace e lascia ai musicisti spazio per una delicata parentesi strumentale (“forest_bathing”).
Per i fan degli Snowpoet, “Heartstrings” rappresenta l’ennesima conferma in nome dell’eleganza e del talento, ma la natura più espansiva di quest’ultimo album attirerà nuovi adepti: per il duo folk-jazz è giunto il momento di uscire dallo stato di cult-band per un meritato riscontro di critica e pubblico.
01/06/2025