21-23/05/2010

Dissonanze 2010

Palazzo dei Congressi, Roma


Il Dissonanze compie 10 anni. Esattamente nel 2000 aveva infatti inizio il festival che si sarebbe imposto all'attenzione continentale come evento capace di catalizzare le anime musicali più diverse. Nel corso degli anni la proposta ha subìto una significativa evoluzione, vedendo allargata a dismisura la platea che ogni maggio affolla il Palazzo dei Congressi a Roma. Anche quest'anno il 21, 22 e 23 maggio il rituale si compie con una line-up davvero ottima.

Il venerdì sera ad aprire le danze ci pensa Moritz Von Oswald Trio. Un set di una cinquantina di minuti davvero eccelso, un flusso di tribale giocato su strutture dub-techno. Vladislav Delay alle percussioni, Von Oswald e Max Loderbauer agli effetti, sequencer e pc regalano al pubblico molto poco interessato e decisamente casinaro un live stellare. Durante l'esibizione il trio viene deriso e invitato a lasciare il palco a Plastikman, il cui set era fissato dopo del loro. Della serie: perle ai porci.

E' proprio Richie Hatwin a salire sul palco, accolto da un'ovazione. A oltre dieci anni dal gioiello "Consumed", Hatwin rivive le atmosfere dense e pulsanti del suo progetto Plastikman, riuscendo a catturare solo a tratti nelle distese molto poco lisergiche e forse troppo spinte.

Un po' annoiato mi sposto nel Foyer dell'Aula Magna per seguire il set di Neon Indian. Accompagnato da un chitarrista, una tastierista e un batterista, Palomo si scatena sulle scie hypna dell'ottimo esordio, freak e giocattoloso quanto basta. Nonostante una resa audio certamente non all'altezza, Palomo riesce a smuovere i sederi della sessantina di persone che assistono al suo live. Decisamente piacevole.

La serata prosegue poi con i dj set di Barem, astro nascente sudamericano, Richie Hatwin, qui decisamente meglio, e Troy Pierce.

Il sabato sera vede una scaletta decisamente intensa, anche se la sensazione che diversi set verranno sacrificati da sovrapposizioni d'orario preoccupa. Apre alle sette e mezza di sera il concerto di King Midas Sound, forse il live più sorprendente dell'intera rassegna. Sul terrazzo va di scena un bombardamento trip-hop/dubstep in salsa decisamente dark-soul, con bassi potentissimi e cassa sparata ai quattro venti. Un flusso di tre quarti d'ora che incanta e sorprende visto il piglio decisamente energico, laddove invece il debutto discografico sulla lunga distanza tradisce forse un'eccessiva timidezza.

Poco interessati al set di Gil Scott-Heron e Gonjasufi (era pur sempre la serata della finale di Coppa Campioni, quando mi ricapiterà di vederla?) - sui quali comunque i pareri generali sono stati tiepidi - torno fresco e felice per l'esibizione di Shackleton (e gli ultimi dieci minuti decisamente intensi di Pantha Du Prince, che dal vivo non mi ha mai convinto). Shackleton è un bianco, un nerd assoluto, coi baffetti d'ordinanza e spara dubstep impossibile da ballare, con reti e patchwork intricatissimi, un pullulare (dis)organizzato che incanta.

Nel frattempo mi sposto in terrazza per assistere a una mezz'ora buona di Jamie Lidell. Lo spilungone inglese diverte assai, proponendo un repertorio assolutamente eterogeneo e variegato: da spasmi electro a seducenti ammiccamenti pop, dal soul più nero al cantato a cappella.
Simpaticissimo e coinvolgente, riesce a farmi superare la ritrosia nell'ascoltarlo.

Dopo Lidell, ahinoi, la serata si spegne, fra set impalbabili di Phenomenal Hanclap Band, Martyn e Jeff Mills (3 ore!), mentre non riesco, causa stanchezza, a vedermi l'esibizione di Passarani, che mi dicono essere stato grandioso.

A conti fatti, forse mi aspettavo qualcosa di meglio. In generale la sensazione è che molti set siano stati sacrificati, vuoi per orario vuoi per sovrapposizioni. Vorrei segnalare, stendendo un velo pietoso, i prezzi (birre piccole a 5 euro o cocktail a 10 e nemmeno un boccone da ingoiare) e una organizzazione non impeccabile (zero segnalazioni su dove fossero Foyer e terrazza, controlli interminabili per un accredito nominale). In ogni caso, una vera esperienza da vivere.

Setlist

Moritz Von Oswald Trio

Plastikman

Troy Pierce

Richie Hatwin

Neon Indian

King Midas Sound

Pantha Du Prince

Gonjasufi

Gil Scott-Heron

Barem

Seth Troxler

Jeff Mills

Jorin Vroon

Darkstar

Nosaj Thing

Shackleton

Martyn

Marco Passarani

Jamie Lidell

Phenomenal Handclap Band

Mass_Prod

Tim Sweeney

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