Trans Am

Sex Change

2007 (Thrill Jockey)
electro-rock

Eccoci nuovamente a scrivere di un disco dei Trans Am in formato nuovo millennio, di quelli che attaccano con suoni felpati, o space a seconda, e che terminano con ruvidi chitarroni, o con oscure apocalissi industriali. E nel mezzo? In mezzo, anche questa volta, s’inserisce un pout pourri di contaminazioni, giacché nel suono del terzetto di Washington cambiano sì i dosaggi, ma non i caleidoscopici ingredienti di un’estetica parecchio consolidata.

Ma andiamo con ordine. Usciti delle mefitiche nebbie di "Liberation", dalle cui spesse atmosfere gridavano i loro j’accuse contro la politica estera dell’amministrazione Bush, i Trans Am rindossano i più comodi abiti dei raffinati fracassoni che sono, e con propensioni ben più rilassate riprendono il discorso da dove lo avevano lasciato con la svolta synth-rock del 2002 ("Ta"). Chi avvertisse il bisogno di conferme, capirà da subito che "Sex Change" è l’ennesima pietra tombale su ciò che il gruppo fu nella seconda metà degli anni 90, ossia uno dei nomi di punta del pur voluminoso libro del post-rock americano. Quanto rimane è un combo di musicisti eccelsi che però non sa mantenere, vuoi per narcisistico autocompiacimento, vuoi per limiti oggettivi, un livello creativo altrettanto elevato per la durata di un disco. Di sicuro non li aiuta la corposa cifra stilistica che si sono imposti, costruita su robusti interventi strumentali e limitate incursioni vocali, per una miscela che da un lato ne fa apprezzare l’abilità, ma che dall’altro sconta un’ostica pomposità. Pomposità stavolta parzialmente attenuata da una produzione più scorrevole e meno arzigogolata, che lascia spazio persino all’ascolto in sottofondo.

Qualche elemento di novità è fornito dai suoni, e a qualcosa deve essere servito l’utilizzo di strumentazione di fortuna dettato dalla scelta itinerante del gruppo. Abbandonato Washington D.C. per tre diverse destinazioni, la band si è dapprima riunita in Nuova Zelanda, quindi a New York negli studi degli Oneida, approdando poi a San Francisco via Londra e Los Angeles, perciò trovandosi di volta in volta a misurarsi con quanto disponibile in sala d’incisione.
Sono perlopiù le chitarre a far mostra di sé, cominciando dal passo riverberato di "First Words" che diluisce appena la sua vena spaziale nel gommoso sequencer che l’accompagna, delineando curve psichedeliche che prendono forma in "North East Rising Sun": ancora un sequencer, ma con aciduli intenti discotecari e un cantato dalla modalità Manchester anni 90. In "Obscene Strategies" il trio gioca a fare gli Lcd Soundsystem, tendendo la mano tanto all’elettrofunky cazzone che a certi barocchismi propri del rock di vecchia scuola. Subito dopo, dal caratteristico eclettismo, esce un hard-rock che si frappone a levigati fraseggi di sei corde in "Conspiracy Of The Gods", presagio al metal ortodosso di "Shining Path" che si fa largo sul finire dell’album.
Col suo incipit ultravoxiano, "4,738 Regrets" ci regala il picco creativo: chitarre in eco e tappeto, per il più morbido e melodico degli space-rock strumentali. Nemmeno il tempo di farci la bocca e, dopo l’impalpabile "Reprieve" (un altro strumentale? Massì!), ci troviamo nel bel mezzo di una prova di muscoli in salsa sintetica à-la Primal Scream ("Tesco v. Sainsbury's"), che prelude a un finale di divampanti schitarrate elettriche: piuttosto apprezzabili quelle di "Shining Path", alquanto indigeste quelle di "Triangular Pyramid", che s’infuriano in un incolore intermezzo slintiano per poi declinare in una coda lisergica.

"Sex Change" è un album dai bagliori intermittenti, che presenta la costante solidità di un gruppo collaudato, ma che, in linea con le prove più recenti, mostra qualche passaggio a vuoto, o insipido, di troppo. Saremmo davvero troppo severi a bocciarlo, così come troppo generosi a ricamarne sperticate lodi: forse non imperdibile, ma nemmeno da buttare.

28/02/2007

Tracklist

  1. First Words
  2. North East Rising Sun
  3. Obscene Strategies
  4. Conspiracy of the Gods
  5. Exit Management Solution
  6. Climbing up the Ladder (Parts III and IV)
  7. 4,738 Regrets
  8. Reprieve
  9. Tesco v. Sainsbury's
  10. Shining Path
  11. Triangular Pyramid

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