Un gradito ritorno, quello del collettivo sperimentale (ma molto sui generis) Le Forbici di Manitù, formato nel 1983 a Reggio Emilia dal fantomatico Manitù Rossi con la partecipazione di vari personaggi in incognito e dai nomi e nickname alquanto fantasiosi, tra cui Satana Cianciulli e un noto e storico critico musicale italiano, che è spesso presente come collaboratore esterno. Con ormai all'attivo una decina di album, pubblicati su etichette anche di una certa fama e prestigio come la Staalplaat, Earthly Delights e Snowdonia, escono ora con un singolo di soli sedici minuti di durata, pubblicato dalla Sussidiaria di Daniele Cerretti degli Offlaga Disco Pax.
Si tratta del primo disco propriamente di "protesta" delle Forbici di Manitù, che qui se la prendono con le varie ipocrisie della chiesa cattolica (e, immagino, anche del Vaticano) che hanno per anni oscurato le varie nefandezze di preti dal comportamento sessuale deviato e pervertito ai danni di bambini innocenti e inconsapevoli. Il loro non vuol essere un'invettiva contro la religione in sé, semplicemente un j'accuse contro quel tipo di crimini e tutta l'omertà che vi gira intorno.
Tornando al disco, questo è il primo esperimento techno di questo longevo gruppo (passato attraverso innumerevoli stili, dal cut-up dadaista alla tecnica del remixing creativo a un rock dalle tinte shoegaze, sorprendendo sempre critica e pubblico).
Si inizia con una minimal-techno in stile Pan Sonic (battito secco metronomico e pulsante in sordina su un tappeto di un unico suono), verso il quarto minuto, lo stile vira verso sonorità più scure, melodiche e inquietanti che richiamano i Clock Dva cyberpunk (dell'album "Buried Dreams", del 1989), poi, al nono minuto, lo stile si rasserena un po', virando verso la Idm romantica degli Autechre di "Amber" (1994), ma già dall'undicesimo minuto, si ripiomba nella techno più incalzante e hardcore. A quel punto, vengono introdotte delle urla e vocals distorte, forse a simboleggiare il dolore delle vittime di cui dicevamo prima, ma tutto si placa nell'ultimo minuto, dove si ritorna ai beat minimali dell'inizio, qui solo molto meno potenti e sfumati.
Insomma, un buon prodotto di genere, ben realizzato e costruito. Se si fosse trattato di un album, avremmo avuto senz'altro più sorprese. Questo singolo è stato edito in soli cinquanta esemplari numerati (affrettatevi quindi a procurarvelo!) e per l'occasione, è tornato a incedere con Le Forbici, anche Satana Cianculli, che mancava dal gruppo da ben ventuno anni.
14/10/2011