Richard Chartier

Recurrence

2012 (Line)
minimal-ambient, ambient-glitch, non-music

Dodici anni fa, Richard Chartier fondava la Line, destinata a divenire un'etichetta di riferimento per la scena sperimentale, elettronica (Alva Noto, Mark Fell) e non (AGF, Lawrence English). Il suo ancora ridotto catalogo, giunto quest'anno alla sessantaduesima uscita, può dunque vantare un notevole campionario di firme, oltre a uno scudiero di tutto rispetto come Steve Roden. Il disco che inaugurò l'attività della label fu forse uno dei manifesti dell'arte di Chartier tutta, ovvero quel “Series” che tracciò uno dei più marcati ed indelebili confini fra musica e silenzio.

“Recurrence” è un'uscita che celebra in toto quel capostipite, come suggerito dall'eloquente titolo. Incapace di riprodurre con i mezzi del tempo le complesse e dettagliate sonorità dell'album, Chartier fino ad oggi non aveva mai portato on stage il suo gioiello, conservato piuttosto con gelosia sotto la teca dello studio di registrazione. Dopo un lungo percorso di ricerca tecnologica, l'anno scorso il musicista ha finalmente rotto il ghiaccio, riservando a un'audience ridottissima e selezionata l'onore di assistere alla “prima” dal vivo di “Series”. Durante gli anni, gli originali nove “Untitled” che componevano l'album sono stati però asciugati e rimodellati – per usare le parole dell'artista: ristrutturati – prendendo la forma di un'unica suite da cinquanta minuti abbondanti. “Recurrence” è la testimonianza di queste due esperienze contemporanee, un disco che si muove sulle medesime coordinate offrendo una nuova inquadratura dello stesso lavoro.

Rientrato in studio dopo le performance, Chartier ha quindi riprodotto e perfezionato la restaurazione dell'originale. Non che questa, a dire il vero, permetta a chi osserva di scoprire nuovi dettagli: ascoltando “Recurrence (Series)” si possono immediatamente captare gli stessi suoni abbandonati un decennio fa. La ricerca, nel frattempo progredita, finisce per enfatizzare ulteriormente il clima da profondità oceaniche, le vibrazioni sottocutanee e i placidi, impercettibili battiti sotterranei. La simbiosi con il silenzio è maggiore e ancor più forte, tanto da ricordare da vicino l'ultimo Thomas Köner, dal quale l'americano si discosta ricorrendo più volte ad accenni sonori, loop subliminali e sussurri concreti. E se l'arte del riverbero è da sempre fra i suoi terreni preferiti, “Recurrence (Room/Crosstones)” ne è una delle applicazioni più vicine alla perfezione formale, una sorta di bonus track d'apertura che introduce fra basse frequenze e flussi impermeabili un piatto unico ma estremamente sostanzioso.
 
Smontato in tutte le sue parti, ripulito da cima a fondo e riassemblato con pezzi di ricambio aggiornati ai tempi che corrono, “Series” torna oggi a risplendere su tutta la sua superficie. Ancora una volta, di una luce propria e talmente forte da poter far brillare anche un remake non troppo "nuovo". Accogliamo dunque con piacere un'uscita che torna a puntare i fari su un lavoro mai abbastanza considerato, ben sapendo che – nonostante venga presentato come tale – “Recurrence” è tutto fuorché il nuovo album di Richard Chartier.

17/01/2013

Tracklist

  1. Recurrence (Room/Crosstones)
  2. Recurrence (Series)

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