Real Estate

Atlas

2014 (Domino)
psych-pop

C’è un tempo per tutti per diventare grandi, e questo è davvero il momento dei Real Estate di essere la prima band del loro circuito a potersi permettere qualcosa in più di un carattere un po’ più grosso sul tabellone del Primavera. Lo scatto di produzione c’è, certificato dalla registrazione nello studio degli Wilco a Chicago.
Tutto il resto si posiziona sulla rotta di “Days”, rappresentandone una prosecuzione meno potente e suggestiva, una sorta di easy listening indipendente (che è già un buon successo) alquanto smussato in termini emotivi e sfuggente sul piano della scrittura.

Se il singolo di lancio, “Talking Backwards”, infatti, ha il piglio e la spensieratezza di una hit degli Allah-Las, il resto del disco si siede su tiepide, stralunate aperture strumentali (“Had To Hear”), a volte influenzate dall’ultimo corso “pettinato” dei Ducktails di Mondanile (“Past Lives”, il lounge-pop di “The Bend”).
Si realizza così uno straniante prodotto adatto a una kafkiana sala d’attesa, in cui ci si ritrova senza sapere bene perché, magari sulle note di un Johnny Cash che suona coi Velvet Underground, come nella breve “How Might I Live”.

Il torpore anche artistico di “Atlas” si riscuote brevemente in “Crime”, ma la sensazione è che il disco rappresenti comunque una fase di transizione da “Days” a uno stadio forse ancora imprecisato.

25/02/2014

Tracklist

  1. Had to Hear
  2. Past Lives
  3. Talking Backwards
  4. April’s Song
  5. The Bend
  6. Crime
  7. Primitive
  8. How Might I Live
  9. Horizon
  10. Navigator


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