Lucio Corsi è un cantautore toscano classe 1993, proveniente da Val di Campo di Vetulonia. Dopo varie esperienze con gruppi della zona ed altrettante esplorazioni di tombe etrusche si trasferisce a Milano.
Nella città tentacolare fonda un duo musicale con il quale inizia a suonare sia nei locali che in strada. Con una buona dose di cocomeri, dinosauri, farfalle e sigarette per la testa decide di intraprendere la carriera solista proponendo brani propri in italiano. Ha all’attivo due cd, “Altalena Boy/VetuloniaDakar” (prodotto da Federico Dragogna, che raccoglie i brani dei suoi primi due Ep) e “Bestiario Musicale”, entrambi pubblicati da Picicca Dischi. Nel 2017 apre i concerti del tour teatrale dei Baustelle e di Brunori Sas; suona in giro per l’Italia partecipando a varie rassegne musicali, tra cui il Festival di Musica Distesa e il Miami Festival.
Il 17 gennaio Lucio Corsi pubblica “Cosa faremo da grandi?” il terzo album in studio. L'album è prodotto da Francesco Bianconi e Antonio Cupertino.
Il cantautore toscano torna in scena con la sua tavolozza strabordante di colori, tra fantasmagoriche visioni e metaforiche allusioni. Corsi punta dritto a una formula cantautorale dal piglio e dall'estetica glamour, senza per questo rinunciare alla sua nota inclinazione verso un immaginario fanciullesco, pimpante, fiabesco, poetico e sbarazzino. Un compendio di sonorità orchestrali e riff degni del Bowie più glam ("Freccia bianca" su tutte) che si snodano soavemente tra una strofa e l'altra, tra un abbraccio e il ricordo di un sogno mai realizzato. Il tutto enfatizzato con classe dal magistrale supporto di una carrellata di musicisti di prim'ordine, a cominciare dal fidato Francesco Bianconi (mellotron, prophet, moog, cori, acme siren). Una vera e propria orchestrina che asseconda il Nostro in ogni momento, suggellando la sua verve da giullare d'altri tempi negli episodi più "corali" ("Trieste", "La ragazza trasparente") e restando in disparte quando si trasforma nel menestrello impegnato, ma non troppo ("Senza titolo").
Il 21 aprile 2023 esce il terzo album di Lucio Corsi, “La gente che sogna” (Sugar). Con i 9 brani che compongono il disco, scritti interamente da Lucio Corsi, e prodotti dall’artista insieme a Tommaso Ottomano, che ha curato parte delle musiche, ci sintonizziamo su una stazione radio spaziale e ci ricordiamo quanto sia importante continuare a sognare. L’album, scritto tra la Maremma e Milano, vive tra utopia e mistero, realtà e immaginazione, danza insieme a Lucio Corsi e alle nostre ombre.
Il titolo evocativo ci fa precipitare in una nuova dimensione e ci ricorda quanto sia fondamentale sognare ancora; Lucio Corsi ci invita a farlo con lui in un lento ballare tra il cantautorato e il glam rock di ispirazione seventies.
Astronave e giradisco. Forse è tutto qui, in queste due parole, nei significati più estroversi, nella rotazione che da moto muta in suono, melodia, passo.
Lucio Corsi gioca con le parole come un bambino mentre fantastica sul piccolo mondo che c’è in casa. Ma sa che è alla fine è “necessario un incubo per risvegliarsi con sollievo” (“La gente che sogna”). E che “tutti volevano arrivare lì, nel mondo senza difetti, dove gli umani erano gli unici assenti, dove le statue camminavano per stare al passo coi tempi” (“Astronave Giradisco”). E allora tutto torna. Perché “La gente che sogna” è, all’inizio e alla fine della fiera, una bella chimera. Un castello in aria "arredato" mentre le dita accarezzano i poster di Bowie appesi per sempre in cameretta. E ancora uomini tristi “dentro casa, con il cuore a pezzi, nel buio di una miniera” (“Orme”).
Il cantastorie toscano ormai sa cosa vuol fare da grande e torna con un quarto disco tutto pancia e anima, mentre in copertina c’è una nuova ballerina, dipinta per lui ancora una volta da mamma Nicoletta. Le “Orme” che il menestrello di Vetulonia contempla strofa per strofa sono soltanto una ferita su cui soffiarci sopra. Una metafora pensata immaginando Ivan Graziani ospite a cena dei Banco del Mutuo Soccorso. Corsi “mette lo smalto alle labbra e sulle dita il rossetto”. Oltretutto “il tempo funziona solo davanti allo specchio” (“Glam Party”).
“La gente che sogna” sfugge “dalle grinfie della sera”, pur aggrappandosi alla notte di un tempo perduto. Un tempo lontanissimo. Il tempo dei riff di Mick Ronson, che è guru in ogni accordo. “Hunky Dory” è infatti miraggio. L’opera a cui tendere.
Nel 2025 Lucio Corsi partecipa a sorpresa al Festival di Sanremo, piazzandosi al secondo posto con il brano "Volevo essere un duro", che si aggiudica anche il premio della critica Mia Martini.