Sarah McLachlan (28 gennaio 1968, Halifax, Nuova Scozia), è una cantautrice canadese che predilige ballate intimiste e musica introspettiva. È nota anche e soprattutto per Lilith Fair (1997), il tour di concerti di sole artiste femminili da lei ideato, che ha aperto una breccia nel maschilismo del music business.
Da ragazza, McLachlan riceve una formazione classica in chitarra, pianoforte e voce. Ma ribellandosi a un'educazione conservatrice, si appassiona presto a movimenti musicali rock, quali punk e new wave degli anni 80. Viene scoperta da un dirigente di un'etichetta discografica canadese quando ha 17 anni ed è la cantante degli October Game. Dopo due anni al Nova Scotia College of Art and Design, McLachlan si trasferisce a Vancouver, dove firma il suo primo contratto discografico, pubblicando il suo album di debutto, “Touch”, nel 1988. Un disco in cui mette subito in luce le caratteristiche del suo stile compositivo e musicale, sempre elegante e riflessivo. L’album successivo, “Solace” (1991), si muove su atmosfere ancora più rarefatte; gli fa seguito “Fumbling Towards Ecstasy” (1992), lavoro a cui partecipa Pierre Marchand, già collaboratore di Daniel Lanois (U2, Bob Dylan), contribuendo a rendere le sue sonorità ancora più sofisticate. Tre anni dopo esce “The Freedom Sessions” (1995).
Nel 1997 è la volta di “Surfacing”, quarto album dell’artista canadese, che ottiene un grande successo, mettendo in evidenza il talento di McLachlan come cantante, chitarrista e cantautrice. A lasciare il segno sono in particolare la sua estensione vocale e l’intensità delle sue interpretazioni. Qualità messe in mostra, in un album estremamente personale scritto dopo mesi di ricerca interiore. La schiettezza di canzoni come "Sweet Surrender" e "Building a Mystery" vale a Sarah McLachlan due Grammy Award per la Migliore performance vocale pop femminile e il Miglior pop strumentale. Viene anche premiata con i canadesi Juno Awards come Miglior album, Miglior cantante femminile, Singolo dell'anno e Cantautrice dell'anno.
Nel 1997 McLachlan ha l’idea della vita: fondare Lilith Fair, festival itinerante al femminile che riunirà alcune delle artiste più talentuose e popolari nel settore della musica, da Suzanne Vega a Sheryl Crow, da Sinéad O'Connor a Fiona Apple, da Aimee Mann a Natalie Merchant, da Erykah Badu a Janelle Monáe. Capeggiate dalla novella Lilith Sarah McLachlan, le donne si riprendono il palco (e il pubblico) alla faccia del maschilismo del music business, per un festival itinerante che farà epoca, dimostrando ai discografici diffidenti che le artiste donne potevano avere successo sul palco quanto le loro controparti maschili. È la scrittrice Buffy Childerhose a suggerirle il nome "Lilith Fair", che suona assolutamente perfetto, anche perché, grazie al termine "fair", include anche un’idea di uguaglianza e inclusività. Il festival prende il via con una trionfale parata di stelle nell'estate del 1997, proseguendo poi anche nel 1998 e nel 1999 con un grande successo di pubblico e conseguente mal di pancia dei detrattori, che non esiteranno a coniare termini squallidi come "Lesbopalooza" per cercare (invano) di boicottarlo. Più di 130 tappe in Nord America, alle quali prendono parte circa 300 artiste, tra le quali star incontrastate del rock e del cantautorato al femminile del periodo - come Suzanne Vega, Sheryl Crow, Fiona Apple, Sinéad O'Connor, Aimee Mann, Natalie Merchant, Liz Phair etc. - più attempate leonesse come Pat Benatar, Chrissie Hynde, Bonnie Raitt ed Emmylou Harris, nuove dive black - da Erykah Badu a Janelle Monáe - e gruppi tutti al femminile (dalle Cibo Matto alle Indigo Girls passando per Susanna Hoffs delle Bangles). E, alla faccia delle profezie dei discografici menagrami, il pubblico accorrerà numeroso: più di 1 milione e mezzo di persone, per un incasso di 52 milioni di dollari, dieci dei quali saranno destinati a organizzazioni benefiche a favore delle donne.
Più malinconica sarà l'edizione-revival del 2010, ostacolata da problemi finanziari, cancellazioni e defezioni varie. Ma il Lilith Fair resterà negli annali come uno dei concerti epocali della storia del rock, il giorno in cui le donne decisero di unirsi e fare la rivoluzione, nel nome della musica.
Accantonata l’entusiasmante esperienza del Lilith Fair, che le varrà anche l'Elizabeth Cady Stanton Visionary Award, il premio intitolato all'attivista Elizabeth Cady Stanton, per il supporto alla musica femminile (1998), Sarah McLachlan proseguirà la sua carriera solista tra luci e ombre, confermando comunque la sua reputazione di cantautrice dal tocco delicato e intimista. Gli album successivi sono il live “Mirrorball” (1999), “Afterglow” (2003); “Laws Of Illusion” (2010); e “Shine On” (2014), per il quale ha vinto il Juno Award come Best adult contemporary album. Sarah McLachlan ha anche realizzato due raccolte di canzoni natalizie: “Wintersong” (2006) e “Wonderland” (2016).
Tra i suoi principali successi, restano brani quali "The Path Of Thorns", "Into The Fire", "Possession", "Building A Mystery", "Sweet Surrender", "Adia", "Angel", "I Will Remember You", "World On Fire" e "Answer".
Nel 1997 Sarah McLachlan ha sposato il suo batterista, Ashwin Sood, da cui ha annunciato la separazione nel 2008. Hanno due figlie, India, nata nel 2002 e Taa-Jah, nata nel 2007.