Guardando le foto della band, mi ha colpito come ci sia una certa differenza di età tra i membri della band. Posso chiederti come si è formata la band?
Quando Joe e io scrivemmo l’annuncio per la ricerca dei membri volevamo trovare persone a cui piacesse la musica che stavamo provando di fare, piuttosto che cercare un tipo specifico di persone. Facemmo un annuncio rivolto a persone di qualsiasi età per qualsiasi strumento, per vedere cosa sarebbe successo. Molte band sembrano mettere “di età compresa tra i 21 e i 30 anni” etc. che immagino sia parte di qualcosa legato a un’immagine commerciabile, ma pensammo che fossero tutte cose senza senso rispetto al fatto di essere parte di un gruppo che suona insieme. Ha funzionato molto bene in termini di dinamiche della band. Phil è il membro più anziano nella band ma di solito è Joe ad aver bisogno del pisolino pomeridiano.
Dato che venite da Brighton e suonate chamber-folk-pop, non posso che chiedervi quale sia il vostro rapporto con la scena locale.
C’è un numero enorme di grandi band a Brighton ed è difficile tenere traccia di chi va e chi viene. Abbiamo amici con cui ci vediamo per i concerti ma c’è sempre qualcosa di nuovo che succede. Penso che The Brunswick In Hove sia il posto in cui suoniamo più spesso. Amy Hill organizza una serata gratis pazzesca lì ed è un punto d’inizio piuttosto buono per ambientarsi nel folk di Brighton.
Quale indicheresti come vostro marchio di fabbrica, con questo numero di band che suonano musica simile?
Probabilmente il fatto di avere due cantanti primari.
Nel tempo relativamente breve di meno di un anno avete pubblicato due dischi e un Ep. Tutte le canzoni vengono dallo stesso periodo d’ispirazione o sono state composte tra un disco e l’altro?
Un paio di canzoni sono state completate poche settimane prima che ci muovessimo per registrare e un paio hanno almeno dieci anni e sono state reinventate tra le diverse band in cui sono stato. La maggior parte sono di quest’ultimo anno. Non sono molto bravo col finire di scrivere le canzoni così abbiamo sempre tanti pezzi sparsi con cui giochicchiare durante le prove e le cose tendono a prendere forma gradualmente.
Per quanto riguarda l’ispirazione i temi principali che differiscono dal primo disco sono gli animali e il conflitto (non entrambi allo stesso tempo. Alcuni dei nostri ascoltatori più assidui trovano la musica moderna non molto impegnata. Sono abbastanza d’accordo, la nuova scena folk non è molto impegnata.Penso che le cose migliori in senso politico o sociale scritte in musica siano state fatte da artisti hip-hop, metal o grime. Ho provato a scrivere delle canzoni più orientate politicamente, ma non sono molto bravo. “Whale Song” tratta di persone che ti suggeriscono gli argomenti per le canzoni.
Per il vostro secondo disco, “Cloud Physics”, avete iniziato una campagna di crowdfunding. Perché? Com’è andata? Avete ricevuto qualche “sottoscrizione speciale” per suonare su Skype o in qualche pub molto lontano?
Volevamo davvero registrare il nuovo disco con un buon standard ma eravamo tutti piuttosto al verde. Avevamo un po’ di soldi da parte dopo l’ultimo disco e i concerti, ma con sei membri la maggior parte dei soldi che facciamo finisce aspirata dai trasporti, l’equipaggiamento, l’alloggio e i panini più invitanti. Ci siamo informati su Pledge e abbiamo capito che potevi divertirti con persone a cui piaceva la tua musica e fare un po’ di soldi per fare altra musica.
Alcune delle molte cose da ricordare sono alcune persone speciali che sono venute a una delle nostre prove, che si è trasformata in un mini-concerto a base di vino, un uomo adorabile chiamato Alan in America che ci ha finanziato per comporre una canzone per sua moglie; abbiamo scritto una canzone per la figlia di qualcuno, per il cane di qualcuno e uno ha fatto da comparsa (impersonando la luna) in un video che abbiamo fatto per il nostro primo disco.In poche parole, è stato grande.
Due dischi in breve tempo, ma cominciano a emergere delle differenze. Ne indicheresti qualcuna, riguardo al tono, agli arrangiamenti, alla composizione, etc.?
Volevamo che il nostro album suonasse un po’ diverso dal primo ma non volevamo sederci e decidere a tavolino in che modo, se mi spiego. Penso sia perché, dato che suonavamo insieme da tempo, tutti si sentivano un po’ più confidenti con l’affrontare e proporre nuove idee e le abbiamo messe tutte insieme.
È decisamente un disco più rock e abbiamo trascorso più tempo a pensare agli arrangiamenti. Alcuni pensavano che sul nostro ultimo disco tutti suonassero sempre allo stesso tempo, così abbiamo provato a lasciare più spazio nelle canzoni. Adoro sia i Pixies che i Nirvana, che penso siano un buon esempio di quanto sia importante il dinamismo delle canzoni.
Poi abbiamo regalato una tastiera Casio con cui suonare che ci ha dato una scelta incredibile di suoni casuali con cui sperimentare. Siamo stati abbastanza fortunati da poter trovare degli amici per aggiungere parti vocali e un po’ di archi che hanno dato alle canzoni una dimensione ulteriore che non potevamo aggiungere nel primo disco.
Siete stati paragonati a diverse band, senza che si riuscisse mai a cogliere il vero spirito delle vostre canzoni, che trovo molto personale ma anche radicato nella tradizione folk inglese. Puoi indicarci un punto di riferimento per la vostra musica?
Adoro il folk inglese, anche se non proprio la sua resa più tradizionale. Artisti inglesi moderni come i Fairport Convention, Rachel Unthank and the Winterset, Trembling Bells, Richard Dawson and The Imagined Village fanno un ottimo lavoro nell’innovare canzoni e stili tradizionali e aggiungere qualcosa di nuovo. Penso che, se non lo fai, allora diventa un qualche tipo di esercizio storico.
Tra le mie band non folk preferite ci sono Nirvana, Pixies, Joy Division, At the Drive In e Belle and Sebastian. Joe ama il blues, Bob Dylan e i Dire Straits, Phil preferisce Jackson Brown e il prog-rock, Beth segue le First Aid Kit e i Cranberries, Viktorija ascolta folk lettone, Bach e la Euro techno. Josh adora la batteria di Dave Grohl e, dato che ha vent’anni, un sacco di band che non abbiamo mai sentito. Immagino che tutto questo si sia fuso nelle nostre canzoni, in qualche modo!
Nella vostra biografia raccontate di aver registrato in un sotterraneo. Puoi dirci di più su questo?
Il sotterraneo è qualcosa di quasi troppo terrificante di cui parlare. Abbiamo fatto registrare a Phil e Paul (il nostro primo batterista) le parti di basso e batteria là sotto per separarli dagli strumenti acustici ma non sono sicuro che si siano mai ripresi del tutto!
Quello che mi intriga delle vostre canzoni e della musica chamber-folk-pop in generale è il processo di composizione e arrangiamento. Puoi dirci qualcosa sullo sviluppo delle canzoni, dalla tua idea al prodotto finale?
In genere scrivo canzoni suonando la chitarra e poi “guaendo” sopra gli accordi finché non trovo una melodia vocale che mi piace. Normalmente, a questo punto non c’è un testo coerente per la canzone, sostanzialmente solo rumori – anche se a volte il testo viene prima. Poi porto tutto questo alle prove e cominciamo a mettere tutto insieme. Quando iniziammo a suonare ci sentivamo sempre di dover sapere suonare i pezzi anche con qualche assenza perché non è sempre possibile avere tutti ai concerti.
I Galleons rimarranno soprattutto un progetto “da incisione”, o c’è spazio per tour?
Ci piacerebbe molto fare più attività di tour. Non abbiamo fatto molti concerti fuori da Brighton negli ultimi sei mesi perché siamo stati occupati con “Cloud Physics”, ma ora che è finito vorremmo andare a suonare nel maggior numero di posti possibile. Dato che dobbiamo tutti lavorare e siamo in sei è complicato organizzarsi. L’ultima estate ci siamo divertiti parecchio ai festival e ai concerti in tutto il paese e vorremmo davvero rifare la stessa cosa la prossima. È davvero, davvero fantastico che persone fuori dal Regno Unito ci supportino, poi, quindi se qualcuno nel resto dell’Europa (e oltre) ha dei suggerimenti su dove dovremmo andare, per favore contattateci! O fatelo comunque per un saluto!