CON IL CORPO PIENO DI COLTELLI E SERPENTI
di Simone Secci
Incontro Mark Eitzel a Roma, all’indomani dell’uscita del nuovo album di American Music Club, intitolato "The Golden Age". Mark non è affato come ci si poteva aspettare in base alle descrizioni ricevute: gioviale e molto autoironico, non ha nulla del personaggio triste e dimesso che la stampa è solita affibbiargli. Questo è l’estratto della conversazione che abbiamo avuto durante il soundcheck prima del concerto, partendo dal suo rapporto con la stampa e con gli altri musicisti, fino ad arrivare al dramma di Heath Ledger e al tema della morte in generale.
Quante volte avete suonato a Roma?
Questa è la seconda volta.
E quando è stata la prima?
La prima volta fu in questo "American Bar" (qualcuno più tardi mi parlerà del Jailbreak, ndr), dove credo avessero in genere dei concerti blues, nel bel mezzo del nulla. C’erano circa 25 persone.
Ti ricordi quanto tempo fa?
Doveva essere circa 4 o 5 anni fa.
Era per il tuo progetto solista o ti sei portato dietro la band?
Francamente non ho idea! (ride)
Lessi tempo fa quest’intervista che ti ha fatto Dave Eggers (noto scrittore americano, ndr), che è famoso per non essere esattamente "carino" con le persone che intervista…
Fu molto gentile con me…
Davvero?
Sì
Non ho trovato molto originale il suo sottolineare ulteriormente il fatto che scrivi canzoni tristi…
Sì, fa di queste cose.
Definì "desolante" il tuo album "West".
Probabilmente non l’ha mai ascoltato! (ride). Anni fa scrisse una recensione di "Love Songs For Patriots" per Rolling Stone, in cui diceva, "Ho il disco. E' solo che non lo ascolto mai." Ecco penso che non ascolti più dischi.
Forse allora non dovrebbe più scrivere di musica.
Scrive ancora di musica? Francamente non saprei…
Nemmeno io a dirti la verità. Penso sia famoso abbastanza per non farlo.
Sì, è uno scrittore abbastanza famoso.
La tua musica mi trasmette più una sensazione di calore…
L’idea è quella…
Non riesco a leggerci questa tristezza che alcuni ci trovano. Forse perché non mi concentro sui testi.
Nemmeno io. Forse è perché non ho il mento, che la gente pensa che sono depresso. La gente è crudele con quelli che soffrono perché non hanno il mento. Scherzo… (risate) Sì, purtroppo è questo che dicono, ma tra un po’ sarò vecchio e non diranno più che sono triste, diranno solo che sono vecchio! (risate).
Credo che la musica, sia più un qualcosa che dà la sensazione di uscire da uno stato di depressione, che ti aiuta a uscirne.
Ricordo che una volta andai a vedere i Pretenders e loro sul palco sono questa rock band molto aggressiva e tutto il pubblico è lì a scuotere la testa, io di solito sono quello in fondo che si copre il viso, dicendo "odio questa roba". E’ una specie di propaganda fascista, odio i fascisti, odio le uniformi. La seconda parte della risposta è questa. Una volta vidi un documentario, trattava di alcuni gruppi metal e c’era una parte su quel gruppo metal con il cantante gay, come si chiamano…
Judas Priest.
Esatto! Poi c’era un'intervista, questi due ragazzini hanno ascoltato questo pezzo così tante volte, da rimanerne ossessionati e convincersi a suicidarsi…
Sì, mi ricordo il caso.
E’ terribile da guardare, c’è questo ragazzo che non ha più la mandibola… Così quando il cantante dei Judas Priest viene convocato in tribunale, lui inizia "non so di quale canzone parlate, non me la ricordo proprio, non mi ricordo perché l’ho scritta". E lì ho pensato, tutto questo è deprimente. La pigrizia e il disinteresse di quest’uomo per la sua musica. E’ per la sua mediocrità che questi ragazzi si sono sparati, la mediocrità di un uomo a cui non frega un cazzo di niente, lui sta solo cercando di fare il metal. Slayer, Motorhead, primi Metallica quello è grande metal! Perché non è indifferente.
Tu hai detto una volta che cerchi di essere il più onesto possibile in quello che canti, senza metterci dell’ironia o del cinismo.
Lo faccio? Francamente non so più ciò che faccio, non suono più la chitarra ora, canto solamente. Abbiamo fatto un concerto grandioso a…vediamo, siamo stati prima a Firenze e li è stato terribile, il cantante avrebbe dovuto essere fucilato. Poi siamo stati a Milano, quello è stato un gran concerto e non so perché, non so in che cosa erano diversi, non so se c’era ironia o meno. Mi limito a cantare.
E come ti trovi in questa dimensione di cantante?
Ah, è fantastico! Non devo pensare tutto il tempo alla chitarra perché sono terribile a fare le due cose insieme.
Ho letto che pensi di essere un terribile ingegnere del suono...
Beh sì, non vedo il punto del suono alle volte è meglio catturare le cose così, live.
Era più una cosa riferita al tuo rapporto coll’ingegnere del suono, una volta che vai in studio con i provini delle canzoni…
Dipende da chi hai di fronte. Alle volte è complicato. Io ho le idee abbastanza chiare su quello che voglio ormai. E’ difficile quando non ci sono i soldi. Probabilmente non utilizzeremo uno studio per registrare il prossimo disco, cercheremo di registrarcelo da noi a casa, magari assumendo un buon ingegnere del suono per un paio di giorni per fare le batterie. Magari verrà fuori un disco migliore chissà. Comunque ero io dietro al pro tools negli ultimi dischi.
Come non detto…
Sono davvero cambiato con l’età.
Penso che in generale se non hai controllo sul missaggio del disco e cose così, c’è una maggiore possibilità che la tua musica venga portata in una direzione in cui non vuoi andare.
Assolutamente. Il mio errore più grande nel passato è stato quello di non impormi, di non essere chiaro. Ora lo faccio.
Perché così rischi poi di non riconoscerti affatto in ciò che hai registrato.
Nei vecchi dischi degli American Music Club, il nostro vecchio batterista era il fonico. C’è da dire che probabilmente non avremmo mai registrato un disco se non fosse stato per lui, perché lui aveva lo studio. Ma ogni idea che avevo a lui non andava bene e io gli dicevo "ma io ho scritto il pezzo", e lui "e quindi? Fottiti". Così andavano le cose, più o meno.
Ma sapeva quello che stava facendo?
Più o meno. Mi riferisco ai primi dischi degli American Music Club, per i quali lui aveva in mente questo suono classico, senza tempo. Il risultato per me invece suona un po’ troppo anni 80, riverberato, che va anche bene poi. Questo è il primo tour in cui ci siamo rimessi a suonare i vecchi pezzi, e abbiamo questo chitarrista eccezionale che riesce a suonarli, perché io davvero non posso (risate).
In più di vent’anni di carriera, avete attraversato diverse fasi e generi di musica diversi tra loro. Quali tipi di cose davvero non rifaresti?
Sicuramente certi pezzi country-pop un po’ banali che ho scritto in passato.
A quali canzoni ti riferisci in particolare?
"California" ne ha alcune, forse su "Engine" anche nell’ultimo disco c’è un pezzo country un po’ scontato.
"San Francisco"?
Sì anche su "San Francisco" ce ne sono. E’ che ho scritto quel disco con questa leggerezza nel cuore, influenzato da Los Angeles e dalle persone che avevo intorno, ma non mi sento più così da parecchio.
Sei d’accordo nel dire che ci sono delle novità nella scrittura dell’ultimo disco, degli elementi nuovi, mi riferisco specialmente a un pezzo come"It’s Not Really You".
Quella suona un po’ country-western, anzi in realtà suona un po’ messicana, perché a Los Angeles è quello che senti per la strada. Ora sto lavorando a delle canzoni che finiranno su un Ep per un mio progetto solista. Sto scrivendo un pezzo su questo show che si chiama "Jeopardy": ci sono io nudo e gli altri due concorrenti sono Steve Albini e Thurston Moore, e ovviamente io perdo. Sto scrivendo una canzone su una drag queen, pirata, vergine e ho scritto un pezzo per Heath Ledger. Perché un po’ ci conoscevamo. E il tutto sta venendo molto bene, è a metà strada tra l’essere divertente e molto tetro.
Un po’ come la vita.
Sì, esatto è proprio così! Quindi non vedo l’ora di tornare a casa per continuare a lavorarci.
Cosa puoi dirci del materiale che hai registrato con Peter Buck dopo l’uscita di "West"?
Ci sono una decina di pezzi sui quali abbiamo lavorato e che non abbiamo mai fatto uscire. Forse se rispondesse alle mie e-mail... Comunque mi piace molto lavorare con Peter.
Hai altri progetti?
Il nuovo disco di American Music Club. C’è questo pezzo che si chiama "Bad Liquor" che funziona moltissimo live. Voglio fare un disco di canzoni così.
Perché sai che funzioneranno dal vivo?
Non ne ho idea. Il mio problema è che sono troppo emotivo. Tu vedi questi musicisti che fanno il loro concerto e poi scendono dal palco e staccano la spina, non funziona affatto per me. E’ come se avessi il corpo pieno di coltelli e serpenti ogni momento. Così le canzoni lente non vengono suonate dal vivo e quelle più rumorose sono quelle che di solito suoniamo. Questo è il tipo di canzoni che voglio suonare nel futuro.
Ce ne sono un paio anche nel nuovo disco…
Sì, ma sono troppo soul.
Mi piace molto come a un certo punto esplodono nel feedback...
Anche a me. Amo la combinazione dei due elementi.
Che tipo di musica ascolti in questo periodo?
Varie cose, musica elettronica... sono un grande fan. Ne faccio anche, ho un myspace con un nome segreto.
Vuoi rivelarcelo?
Oh no! Ho ricevuto troppi feedback negativi dai fan degli American Music Club, che apparentemente odiano la musica elettronica. Cosa sto ascoltando? Non so… Pink mi piace molto, è la mia artista pop preferita. Mi piacciono i Telepop Musik e "Breath", quel pezzo famosissimo (credo si riferisca all'hit di Midge Ure, ndr). Ho visto My Brightest Diamond a un festival ed è stata eccezionale, incredibile. Adoro Bon Iver, penso sia un genio. Ma non ho ascoltato nessuna band di musica elettronica uscita di recente, che sia veramente entusiasmante.
Lucky Dragons?
Sei la quinta persona che li cita! E li ho sentiti anche a marzo!
L’ultima domanda ha un tema un po’cupo. Quando si invecchia, le persone intorno a noi iniziano a morire e questo è un tipo di pensiero che ritrovo nelle tue canzoni.
Sì, è molto vero quello che dici. C’era questa donna con cui sono stato per sette anni e mezzo... voglio dire. io sono gay. ma siamo stati insieme per anni... Poi è morta e questo ha definitivamente cambiato la mia vita. Poi cinque miei amici di San Francisco sono morti di Aids. E’ strano come piano piano tutti intorno a te iniziano a morire…
E invecchiando si riesce a conviverci?
Sai, quando sei giovane e non ti è mai successo prima, tutto è davvero tragico, poi in qualche modo te ne fai una ragione, il dolore è lo stesso, ma c’è come un senso di rassegnazione.
Un'ultimissima domanda (suggerita da mia moglie). Come mai conoscevi Heath Ledger?
Lui e il mio ex-partner si dividevano l’appartamento e quando andavo a trovarlo, Heath era lì che giocava col cane della sua ragazza. Era un uomo molto dolce, un grande artista. La sua morte è stata terribile, aveva ancora così tanto da dare.
Grazie Mark.
Grazie a te.
Un ringraziamento speciale agli amici dell’Init per aver reso possibile quest’intervista.
***
IL SONGWRITER FAI-DA-TE
di Magda Di Genova e Marco Bercella
Da donna, spendere davanti lo specchio ore prima di decidere cosa indossare è la cosa più naturale di questo mondo.
Ovviamente, se devo fare un'intervista l'abbigliamento è più curato: niente tacchi se l'artista è basso, molto elegante se l'artista è un dandy, la maglietta di un gruppo se so che quell gruppo è uno dei preferiti dell'artista.
Capo d'abbigliamento per incontrare Mark Eitzel: il vestito che mi fa il culo migliore.
Sai, sono molto contenta di incontrarti perché ho questa domanda che vorrei porti da più di dieci anni ormai: perché Godzilla pensava che il suo nome fosse nel Libro della Vita? (Una canzone degli American Music Club, il suo gruppo, si intitola "What Godzilla Said To God When His Name Wasn't Found In The Book Of Life", ossia "Cosa disse Godzilla a Dio quando il suo nome non venne trovato nel Libro della Vita")
Vedi, devi capire che quei film sono bellissimi. Godzilla sputa fuoco, non parla. Godzilla è un animale buono, è dalla parte della ragione, ma ha un caratteraccio.
Quindi ho pensato: cosa direbbe Godzilla se il suo nome non si trovasse ne Libro della Vita? Sputerebbe fuoco su Dio.
Io ero convinta che lui pensasse che il suo nome fosse "God" e "Zilla" una specie di cognome e scoprendo di non essere Dio fosse rimasto piuttosto contrariato.
Oh, Potrebbe anche darsi.
Godzilla merita di essere nel fottutissimo Libro della Vita. Mi spiace e Godzilla questo lo sa e anche Dio lo sa. È del tutto ingiusto!
Hai registrato il tuo precedente lavoro, "The Invisible Man", completamente da solo. È stata la prima volta che hai fatto tutto da te, giusto?
Sì. Ho registrato l'album due volte prima, con due gruppi diversi in due studi diversi e ho speso tutti i miei soldi.
La prima persona con cui ho lavorato doveva farlo a titolo gratuito, esentasse, ma quando ci siamo avvicinati al primo di gennaio, sono diventato un suo debitore. Poi ha usato la carta di credito di sua moglie con una puttanata e ha passato un mese sbattuto fuori di casa, ha dovuto rifare tutti i pavimenti e questo l'ha tenuto impegnato per tre settimane, quindi sono andato da lui e gli ho detto che volevo andare avanti e potevo farlo solo se mi avesse dato le registrazioni. Mi ha risposto: "No, mi devi pagare se mi rispetti. Se nutri del rispetto nei miei confronti, devo avere almeno duecento dollari all'ora." Avevo tre canzoni già pronte e quelle sono quelle che mi ha consegnato. Più avanti mi ha aiutato perché gli ho dato moltissimi soldi, ma era tutto uno schifo. A questo punto ero talmente stufo che mi sono comprato un computer e ho registrato tutto da solo.
È così, quindi, che ti sei avvicinato ai computer?
Esattamente. Non volevo, ma il risultato era buono. È stupido pagare gente per una cosa tanto semplice.
Cosa mi dici invece di "Candy Ass", hai lavorato da solo anche per questo disco?
Sì. Ora passo molte ore a fare musica al computer.
Sono ovviamente molto curiosa riguardo il titolo.
"Candy Ass"… Oh, è una sorta di nomignolo che viene dato alle "checche" in America.
Poi ero in fase di missaggio a Londra con questo tizio fissato con il drum'n'bass e l'heavy-metal, sai…
Perdonami, ma come hai scelto di lavorar…
Non l'ho scelto: la casa discografica voleva che mi dessi una mossa, quindi ho fatto tutto di corsa. In realtà, sono piuttosto deluso da come suona il disco. Secondo me, le demo suonavano molto meglio.
Come volevi fosse "Candy Ass"?
Non saprei. Ho cercato di fare un disco dolce. Non volevo un disco difficile. Ho cercato di fare un disco che puoi ascoltare se sei malato o stordito dalle droghe. Ho cercato di fare un disco che fosse molto semplice sia dal punto di vista musicale che lirico ed è venuto abbastanza strano da poter essere usato come sottofondo o lasciato in primo piano.
Personalmente lo ascolto tutte le mattine andando al lavoro, per un risveglio tranquillo.
Sì esatto! Ascolto molta musica con le cuffie: mentre passeggio, sul treno, in aeroporto… ecco perché questo disco è venuto fuori in questa maniera: buona parte di quello che ascolto è in sottofondo.
Tendenzialmente evito di fare domande sui testi, ma in questo disco ci sono delle figure ricorrenti e ben descritte: codardi e fantasmi.
Sono un codardo. Dovresti vedermi durante una rissa: mi metto immediatamente a piangere (ridiamo) e… la mia vita è piena di fantasmi, quindi ho scritto questo album su di loro.
Consideri i fantasmi come delle presenze negative o…
No, no! … No! Gli esseri umani sono buoni e malvagi.
Noi abbiamo questo problema orribile: pensiamo e abbiamo paura e proviamo sentimenti e respingiamo. Noi siamo delle ombre.
Amo l'Italia e la Spagna, con queste finestre e le tapparelle che scendono. Mi piace molto, amo le stanze buie. Adoro dormire durante il giorno, ma è interessante quante ombre siano dentro di noi al giorno d'oggi. È come siamo fatti, viviamo in questa maniera.
"The Ugly American". Come ti è venuta l'idea di riarrangiare le tue canzoni con una banda musicale balcanica?
Non è stata una mia idea: è stata di un mio amico, Theodore. Lui è greco e vive a Londa, è stato lui ad avere l'idea. Io ho accettato solo perché così avrei avuto un viaggio gratis in Grecia (ridiamo)
È stato un disco difficile da realizzare?
Non saprei. Il mio problema è che non pianifico la mia carriera: non penso a "mosse azzeccate" e "mosse non azzeccate". Per quel che mi riguarda quell'album è stata, per la mia carriera, una "mossa non azzeccata" perché avevo appena appena pubblicato un disco di cover ("The Invisible Man", ndr) e tutti hanno cominciato a chiedermi: "Non riesci più a scrivere canzoni, dico bene?" Era veramente stupido, pensavo: "Scrivo tantissime canzoni e la gente pensa che non ci riesca." In particolare i fan, loro l'hanno semplicemente odiato.
A me piacciono quei dischi, mi piace "The Ugly American", penso che sia un disco molto bello e che abbia un suono splendido. Il mio gruppo, gli American Music Club, lo detesta.
Hai menzionato gli American Music Club, immagino non ti dia fastidio che ti ponga qualche domanda sul gruppo.
Assolutamente.
Gli American Music Club sono stati molto importanti per la scena alternativa americana…
Così si dice in giro.
Non sei d'accordo?
Sento chiunque dire, dai Coldplay ai Radiohead, che ne sono stati influenzati…
(Mark mi sta fissando e mi rendo conto di avere un'espressione preoccupata) Davvero ti piacciono … i Coldplay?!!
Io amo i Coldplay. Chris Martin… è un gran bel vedere… e poi mi piace la sua voce. Penso che siano molto bravi. Ho amici che pensano io sia matto, ma a me piacciono i dischi dei Coldplay. A te no?
Affatto e penso che siano molto sopravvalutati.
Stiamo parlando di musica pop: tutto è sopravvalutato!
Ad ogni modo, stavamo parlando degli American Music Club. Dopo più di vent'anni, cosa è rimasto della scena alternativa americana?
Nulla. Mi piace il fatto che dei gruppi rock abbiano ricominciato a far ballare. Esattamente come mi piace che gente giovane voglia ballare su una canzone rock. È entusiasmante perché è come dovrebbe essere.
Penso che l'indie-rock sia morto nel preciso istante in cui la gente abbia ricominciato a ballare. Lo penso anche perché sono vecchio abbastanza da ricordarmelo: sono un vecchio punk e cercavo di far ballare la gente. Be', non era proprio "ballare" era più spingere la gente e gettarla altrove, ma era come ballare.
Quindi non è proprio rimasto nulla della eredità lasciata da gruppi come AMC, Pixies, Dinosaur Jr…
Niente.
I Pixies erano favolosi.
Non so cosa sia rimasto.
Ora come ora il cantautorato, come forma d'arte, si sta spostando verso la poesia ed è forse non necessario perché penso che ora la gente tenga la musica solo in sottofondo...
…Quindi non è rimasto veramente nulla?! È terribile! (sperando non mi tiri un pugno)
Ci sono stati trent'anni in cui i cantautori governavano il mondo e una canzone sola governava il mondo. Quei tempi sono finiti.
La gente ha cominciato a essere disperata sul nostro futuro ed ora sta attraversando un periodo di rifiuto tutto. Ogni volta che le ricordi di pensare, ti risponde con un "vaffanculo". L'unica cosa che vuole è "spendere" e pensa che sia una cosa che può fare per sempre ed è una bugia… Sono un uomo di mezza età, andremmo avanti all'infinito.
Ok. Cambiamo discorso.
Gira la voce che gli American Music Club stiano lavorando a un nuovo disco insieme.
Annuisce sorseggiando del vino.
Quindi è vero?!!
Annuisce di nuovo.
Woooow!
Perché?
Come perché? Perché a me piacciono gli American Music Club!
Oh, allora ti ringrazio.
Per il momento abbiamo registrato cinque canzoni. Il nuovo anno uscirà il prossimo anno.
Com'è stata la reunion di due anni fa?
È stata divertente, ma è sempre molto difficile. Le cose stanno ricominciando da capo e siamo troppo vecchi quindi ci sembra tutto molto divertente.
Il nostro chitarrista (Vudi. Gli altri componenti: Dan Pearson al basso, Brad Johnson all'altra chitarra e Matt Norelli alla batteria), che è un componente importante nel gruppo, guida un autobus a Los Angeles, ama il suo lavoro e gli pagano l'assicurazione sanitaria. Sai, ha 52 anni e avere l'assicurazione sanitaria pagata, per lui, è molto importante quindi non può partire per una tournée.
Abbiamo dovuto cancellare dei concerti perché il suo superiore non gli ha dato le ferie. Dovevamo fare il Primavera Festival in Spagna, lo stavamo implorando. Avevamo già prenotato i voli e le camere d'albergo, avevamo già investito tutti quei soldi su Vudi e ha cancellato tutto. Alla fine abbiamo fatto il Primavera e altri due concerti e questo è stato quanto.
È difficile per gli American Music Club andare in tour. Facevo dei soldi da solo e ora mi ritrovo a essere pagato da solo. Con gli American Music Club io perdo soldi.
Oh… Torniamo a te…
Sì, a meeee (sorride)
Sei un compositore eclettico, i tuoi dischi sono differenti gli uni dagli altri. Non ti preoccupa mai che cambiare così velocemente possa essere un problema per il tuo pubblico?
Sì! Ovviamente! Ma non mi interessa. Trovo che il mio pubblico sia più "acuto" di molta altra gente.
Se facessi parte del pubblico e qualcuno facesse un brano country e subito dopo qualcosa di strano, come un brano elettronico, ne sarei contento perché è quello che mi piace.
Non mi interessa e non credo che sia importante. Capisco il tuo punto di vista e cercherò di essere più coerente.
Cosa ti fa cambiare così velocemente?
Non lo so! Non cambio affatto! La musica è come l'acqua: è tutto ciò tu vuoi che sia.
In realtà scrivo la stessa canzone in continuazione.
Davvero? Allora come capisci quando una canzone è finita, è perfetta?
Be'… Quando è perfetta per come la sento in quel momento.
È per questo che eseguo dal vivo le mie canzoni nuove: so che questo cambierà una canzone e la farà crescere. Ci sono cose di una canzone, in questo periodo, che mi fanno veramente diventare matto.
Sai, non sono Bob Dylan, non ho quel cervello, devo veramente sentire quella sensazione.
È qualcosa di fisico. Il pensare uccide il sentire. A me succede così, perché non ho quella testa: non riesco a capirlo, devo sentirlo.
Ultima domanda. È vero che fai da solo il tuo sito web?
Sì, è verò. È entusiasmante: mi faccio da solo il sito web, l'avresti mai pensato? (ridiamo. Mark è davvero molto divertente!). Mi faccio aiutare da un mio amico, che mi dice come usare un mainframe e altre cose.
Perché hai deciso di fare anche questo da solo?
Perché volevo che mi riflettesse. I siti di alcuni artisti non li riflettono affatto.
Il sito degli Anti-pop Consortium è il migliore che abbia visto: è veramente bellissimo. Ne sono impressionato: ha dentro molto flash. È ben curato, ma la maggior parte di siti è composta da: qui trovi il mio merchandising, questa è la mia storia, ecco dove suono, grazie.
Detesto questa merda.
Anche il sito dei Kraftwerk è splendido.
Deve essere splendido: se sei i Krafwerk devi avere un sito geniale!
(Milano, La Casa 139 - 25 novembre 2005)